Il comune di Verona partecipa a un bando regionale: 28 posti di lavoro per chi è disoccupato

Verona, il comune partecipa al bando regionale che offre 28 posti di lavoro.

Il comune di Verona partecipa a un bando regionale per offrire 28 nuovi posti di lavoro riservati ai disoccupati. Le persone selezionate sottoscriveranno un contratto di lavoro di sei mesi di 20 ore settimanali, riuscendo poi a richiedere la disoccupazione. Un’iniziativa a sostegno in particolare di chi, ormai vicino all’età pensionabile, non ha maturato i contributi.

Offrire un posto di lavoro a chi è disoccupato, con un contratto a tempo determinato di sei mesi per 20 ore settimanali, che possa garantire il raggiungimento del diritto al sussidio di disoccupazione. È stata approvata dalla giunta del comune di Verona la partecipazione al bando regionale “Lavori di pubblica utilità e cittadinanza attiva”, che prevede l’assunzione di massimo 28 persone attualmente senza lavoro.

“Era da più di dieci anni che il Comune non partecipava a bandi di questo tipo della Regione Veneto – spiega l’assessore al Lavoro Michele Bertucco -. Come condiviso con l’assessora alle Politiche sociali Luisa Ceni, questa iniziativa è un segnale importante, in virtù anche dell’elevato numero di persone che chiedono giornalmente un aiuto per pagare le bollette o perché sono in estrema difficoltà con gli affitti. In questo modo possiamo intercettarli e dar loro una concreta mano grazie a questo finanziamento regionale”.

I soggetti, individuati tramite una selezione fatta dal Comune di Verona, saranno coinvolti in attività amministrative o di sorveglianza/usciere. Per potersi candidare non dovranno avere un reddito, quindi non essere a carico dei servizi sociali. In particolare le persone più interessate risultano essere gli over 50, che non sono ancora in età pensionabile, e quindi questo potrebbe essere un aiuto anche per poter accedere al sussidio di disoccupazione.

Unitamente al contratto di lavoro saranno intraprese attività di orientamento, accompagnamento e tutorato, e anche soluzioni che possano facilitare gli spostamenti da casa al posto di lavoro per favorire la partecipazione attiva di chi è socialmente svantaggiato.

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