Sesso a pagamento al centro massaggi, 50 “prestazioni” al giorno – VIDEO

Prostituzione e sesso a pagamento al centro massaggi: due in manette.

Aveva l’aria di un centro massaggi, ma in realtà era una casa d’appuntamenti a luci rosse, dove si faceva sesso a pagamento. Almeno 50 prestazioni al giorno. I finanzieri di Verona hanno individuato e sottoposto a sequestro un “centro massaggi” orientali, adibito a vera e propria casa di appuntamento a “luci rosse”. Due cittadine di nazionalità cinese, di 52 e 39 anni, sono state denunciate per i reati di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione.

L’attività era pubblicizzata su diversi siti online “specializzati”, ed è stata notata dai militari della Compagnia di Soave che, nei giorni scorsi, hanno pianificato specifici controlli nei confronti del “centro massaggi” finalizzati alla verifica dell’emissione della documentazione fiscale alla clientela. Le Fiamme Gialle di Soave, dopo aver identificato uno degli avventori appena uscito dal locale senza il documento fiscale e, appurato che lo stesso aveva appena ricevuto una prestazione sessuale a pagamento, accedevano all’interno dell’attività, individuando cinque donne cinesi in abiti succinti.

La perquisizione.

Scattava quindi l’immediata perquisizione dei locali che consentiva di rinvenire oltre a materiale per le prestazioni sessuali (tra cui un gran numero di profilattici), oltre 34mila euro in contanti, presumibile frutto dell’attività illecita perpetrata. Gli accertamenti condotti hanno permesso di rilevare che all’interno dei locali venivano offerte anche prestazioni sessuali, praticate esclusivamente da cittadine di nazionalità sinica, ad un costo variabile tra i 70 e i 130 euro.

Dalle prime ricostruzioni si stima che nel “centro massaggi” si praticassero sino a 50 prestazioni al giorno, per un incasso mensile di circa 100 mila euro, completamente in nero. Sono in corso approfondimenti finalizzati al recupero a tassazione della base imponibile sottratta al pagamento delle imposte.

Costrette a prostituirsi.

Secondo le Fiamme Gialle le “operatrici del piacere” erano costrette ad alloggiare nel centro senza possibilità di allontanarsi, obbligate a garantire la propria disponibilità per l’intera giornata e a consegnare le intere somme guadagnate nelle mani di due donne ritenute conduttrici dell’attività illecita (la gerente e la titolare del centro).

Entrambe le donne, anch’esse di nazionalità cinese, sono state denunciate alla competente Autorità giudiziaria per “esercizio di una casa di prostituzione, sfruttamento e favoreggiamento” (art. 3 L. 75/58, c.d. “Legge Merlin”), nonché per i reati di “autoriciclaggio” e “caporalato”. La presenza di “lavoratrici in nero” ha comportato inoltre l’immediata sospensione dell’attività lavorativa, disposta dall’Ispettorato del Lavoro. Al momento sono ancora in corso ulteriori accertamenti finalizzati all’individuazione di eventuali altri responsabili nella gestione dell’attività di “prostituzione”.

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