Tommasi alla prova dei fatti, e il fragoroso tonfo del centrodestra veronese

La vittoria di Damiano Tommasi e la debacle del centrodestra a Verona.

Damiano Tommasi, montanaro veronese “de soca”, uomo di caratura mondiale e padre di sei figli, dalle solide convinzioni morali e non politico di professione, è una figura che ispira sicurezza. Ha vinto lui e chi l’ha sostenuto, ma in primis ha vinto Tommasi. Ha perso il centrodestra. In particolare ha perso il sindaco uscente Federico Sboarina.

Sboarina dopo aver politicamente sbagliato, insiste nell’errore dice che farebbe di nuovo la scelta di non apparentarsi. La morale in politica non è mai esistita, esistono i principi, e Tommasi ha dimostrato di avere solide convinzioni. Ora lo vedremo in campo a Verona.  Non parliamo del gioco del pallone in cui Tommasi è maestro, ma del gioco degli equilibri in una città importante e tra le prime in Italia, che negli ultimi anni ha perso smalto, immagine, denari e capacità attrattiva. Il centro destra ha palesato rovinosamente tutti i suoi limiti politici e le sue inconsistenze programmatiche. 

Finisce l’era Sboarina, dunque, che non ha saputo o voluto apparentarsi con il suo antagonista d’area, Flavio Tosi, quello che per molti era “il sindaco” nonostante le sue pecche. Lega e Fratelli d’Italia veronesi dovranno ora cospargersi il capo di cenere e proporre qualche deciso cambiamento, cercando figure che sappiano guardare oltre il proprio personale politico. Qualcuno  tra i dirigenti del cdx farebbe bene ad andarsene in ritiro politico per un po’ a meditare.

Tommasi è un politico atipico, nel senso che pur vivendo con le sue idee vicine alla sinistra, non ha radici di sinistra, ma è un uomo che ha vissuto in un ambito storicamente democristiano. Confidiamo che sappia ridare slancio alla nostra città, e che sappia trovare persone in grado di curare le importanti realtà economiche veronesi. Verona resta una città piena di opportunità.

Note sull'autore