Quote rosa nel cda di Veronafiere, Sboarina risponde alla ministra Bonetti

Tiene banco la polemica sulle quote rosa nel cda di Veronafiere.

Tiene ancora banco la polemica sulle quote rosa nel cda di Veronafiere, presieduto dal neoeletto Federico Bricolo, leghista, e tutto al maschile. Sulla questione è intervenuta anche la ministra alle Pari opportunità Elena Bonetti: “L’aver proceduto a nomine di soli uomini nel cda di Veronafiere ritengo sia un fatto grave che colpisce ed è in contrasto con la scelta chiara che come governo stiamo portando avanti per promuovere pari opportunità e leadership femminile – ha dettato alle agenzia la ministra Bonetti -. Non si comprende, tra l`altro, perché non si sia voluto trovare competenze femminili, a meno che non si voglia asserire che non ve ne fossero, cosa ampiamente sconfessata dal numero di profili femminili altamente qualificati nel nostro Paese e nel territorio veneto”.

La risposta di Sboarina alla ministra Bonetti.

La risposta del sindaco di Verona Federico Sboarina non si è però fatta attendere, dopo che nei giorni scorsi sulla questione era stato beccato anche dall’opposizione: “Lorenzo Guerini, Andrea Orlando e Dario Franceschini, nel governo Draghi il Pd ha scelto tre maschi, il centrodestra tre donne: Mariastella Gelmini, Erika Stefani e Mara Carfagna. Direi che le quote rosa sono un problema più a sinistra che a destra – ha ribattuto Sboarina -. Il Pd costruisce una inutile polemica elettorale sul nuovo cda di Veronafiere. A sinistra ne parlano ma non le applicano, anche in Comune hanno fatto uguale. Negli anni scorsi, senza i riflettori delle campagne elettorali, il partito ha indicato solo maschi per le nomine di molte aziende partecipate comunali, per il vicepresidente del Consiglio comunale e il capogruppo. Non avevano donne all’altezza? La professionalità delle donne è una cosa seria, che esiste e non va strumentalizzata. Fango gettato su uno degli asset strategici dell’economia veronese. A chi giova?”.

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