La Cantina Valpolicella di Negrar nel progetto nazionale “mappa-vigneti”

Cantina Valpolicella Negrar ‘Mappa’ la viticoltura 4.0.

Esistono progetti rivolti al mondo vinicolo che scaturiscono dal desiderio di valorizzare e far conoscere questo amabile patrimonio, intimamente legato alla tradizione e al territorio, che al passo con i cicli della natura compie il suo percorso dalla vigna alla cantina, investendosi di quella eccellenza che tutto il mondo apprezza. 

Nasce quindi il progetto nazionale ‘Mappiamo’, supervisionato da Attilio Scienza, che apre le porte alla  Cantina Valpolicella Negrar, una tra le 3 cooperative italiane aderenti, e che ha l’intento di coinvolgere anche i soci conferitori, sviluppando modelli e algoritmi previsionali in grado di delineare gli andamenti della produttività e della qualità delle uve, vigneto per vigneto.

Il progetto che ha una durata triennale, è finanziato dal Ministero per lo Sviluppo Economico, grazie all’accesso al Fondo per la crescita sostenibile, sportello ‘Agrifood’, Piano operativo nazionale 2014-2020. Nel progetto saranno realizzati, per ogni areale di indagine, modelli predittivi per i livelli produttivi e la qualità delle uve, basandosi su dati satellitari, dati rilevati in campo e dati presenti nei gestionali delle cantine. L’analisi incrociata dei dati consentirà di identificare infestanti prima che proliferino, e quindi di intervenire in modo mirato, risparmiando risorse materiali e temporali ed effettuando interventi più efficaci, che incidono positivamente sulla qualità del vino. 

Daniele Accordini, enologo e dg della cantina cooperativa negrarese afferma: “Nell’ambito di un’azienda vitivinicola il processo di produzione dell’uva è rimasto, fino ad oggi, fuori dall’innovazione digitale. L’utilità di “Mappiamo” è di fornire una piattaforma digitale e georeferenziata in grado di dare nuovi strumenti di supporto alle decisioni, dai trattamenti all’epoca di vendemmia, con dati diffusi e consultabili in tempo reale non solo dai tecnici di campagna, ma anche da tutti i soci delle cantine sociali, e questo significa diffondere indirettamente conoscenze a tutto il territorio, e incrementare il livello qualitativo e sostenibile di tutte le produzioni coinvolte – conclude -. Guardando alla visione d’insieme, il progetto consentirà di migliorare il posizionamento competitivo delle cantine cooperative in un mercato sempre più interessato ai temi ambientali e che, grazie alla tecnologia, potrà verificare direttamente la bontà delle pratiche agricole connesse ai nostri vini”. 

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