Forse non tutti sanno che… anche Verona ha la sua Stonehenge

Verona, i resti monolitici di viale Partigiani appartengono a un edifico sacro romano del I secolo dedicato a Giove Lustrale.

Visibili nel tratto stradale che da via Francesco Torbido conduce sino a Lungadige Porta Vittoria, i blocchi basamentali che si erigono dal giardino lungo viale Partigiani appartengono ad un edificio sacro di epoca romana rinvenuto nel 1930 nelle fondamenta della Chiesa di San Michele alla Porta, nei pressi di Porta Borsari.

Il Tempio di Giove Lustrale, infatti, sorgeva lungo l’antica via Postumia e, risalente alla prima metà del I secolo d.C., è ad oggi uno degli edifici sacri più antichi della Verona Romana. L’epiteto latino Iustralis esprime la destinazione d’uso originaria del tempio, adibito alla celebrazione dell’antica cerimonia di purificazione della lustratio, che avveniva tramite dei lavaggi con acqua o con la sua aspersione mediante rami di alloro o di ulivo.

I suoi resti, dopo che nel 1806 la Chiesa di San Michele alla Porta fu soppressa e demolita per consentire la realizzazione dell’attuale via Armando Diaz, furono dapprima collocati in piazza Santi Apostoli e in seguito disposti sull’angolo nord-ovest del giardino di fronte al Cimitero Monumentale, dove si trovano attualmente.

A causa della loro infelice collocazione e dell’assenza di un’adeguata segnaletica che descriva e valorizzi il sito, i resti dell’antico edificio appaiono oggi come una negletta e relegata Stonehenge, definizione spesso impiegata per riferirsi allo sfingeo complesso di cui gli stessi veronesi ignorano la storia e la provenienza.

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