Redditi delle famiglie, Verona avanti piano: 20esimo posto. In Italia portafogli più vuoti per 18 province

Redditi delle famiglie, cosa è cambiato in Italia e a Verona dal pre-Covid a oggi.

Redditi delle famiglie giù in 6 regioni su 20 nel 2021 rispetto al periodo pre-Covid, tasche degli italiani più leggere in 18 province su 107, Verona al 20esimo posto. Nella nostra provincia il reddito disponibile delle famiglie fa registrare un +1,2% rispetto al 2019, al di sotto della media nazionale, ed è di 21.795 euro pro capite.

E’ quanto evidenzia un’analisi del Centro Studi Tagliacarne e Unioncamere sulle stime 2021 del reddito disponibile delle famiglie consumatrici (somma dei redditi da lavoro, da capitale/impresa, da prestazioni sociali e trasferimenti, al netto di imposte e contributi), una misura della capacità di spesa della popolazione residente in Italia.

La classifica delle regioni.

In sei regioni su 20 l’ammontare del reddito disponibile delle famiglie italiane non ha ancora recuperato nel 2021 i valori pre-Covid. A fronte di un aumento complessivo a livello nazionale dell’1,5% tra il 2019 e il 2021, a ritrovarsi ancora con una perdita rispetto al 2019 sono in particolare le famiglie di Valle d’Aosta (-3,9%), Abruzzo (-2,2%), Molise (-1,5%), Trentino Alto Adige (-1,5%), Marche (-1,4%) e Piemonte (-0,2%). Il Veneto, a +0,3%, è ben al di sotto della media nazionale, che è di +1,5%.

Il reddito disponibile: Verona al 20esimo posto.

Mentre a livello provinciale il reddito disponibile delle famiglie diminuisce di più a Venezia (-5,1%), Rimini (-4,5%), Fermo (-4,5%), L’Aquila (-4,5%) e nuovamente Aosta (-3,9%). Sul lato opposto, invece, a poter contare su aumenti più elevati di reddito per le famiglie sono il Lazio (+5,0%), la Lombardia (+2,7%), la Sicilia (+2,7%), l’Umbria (+2,4%) e, a pari merito, la Campania e il Friuli-Venezia Giulia (+1,9%). Quanto alle province, gli incrementi più alti si registrano soprattutto a Rieti (+9,8%), Latina (+9,0%), Caserta (+7,9%), Viterbo (+7,5%) e Grosseto (+7,4%). Passando ad esaminare il reddito pro-capite, è Milano a guidare la classifica nel 2021: con 33.317 euro a testa i cittadini meneghini mostrano una disponibilità di portafoglio superiore del 68,6% a quella della media degli italiani. Mentre Enna è la provincia meno ricca d’Italia. Rispetto al 2019, 18 province non hanno recuperato i livelli di reddito pro capite. Verona, in questa classifica, si piazza al 20esimo posto, con 21.795 euro a testa.

Il Veneto perde una posizione.

Nel 2021 la Lombardia concentra il 20,3% del reddito complessivo degli italiani, seguita da Lazio (10,4%) ed Emilia Romagna (8,9%). Ma guardando alla classifica dei valori pro capite sempre nel 2021 è il Trentino Alto Adige con 24.036 euro a conquistare il primo posto confermando la posizione già acquisita nel biennio precedente, mentre la Lombardia con 23.749 euro si posiziona seconda rinsaldando la posizione del 2020 sull’Emilia Romagna che scende al terzo posto con 23.336 euro.

Tra gli altri cambiamenti nel ranking regionale osservati tra il 2019 e il 2021 si segnalano la Valle d’Aosta che perde ben due posizioni (passa dal 5° al 7° posto), mentre oltre all’Emilia-Romagna ne perdono una Veneto (dal 9° al 10° posto) e Puglia (dal 16° al 17° posto). Guadagnano invece una posizione in aggiunta alla Lombardia, il Piemonte (dal 6° al 5° posto), il Friuli-Venezia Giulia (dal 7° al 6° posto), il Lazio (dal 10° al 9° posto) e la Basilicata (dal 17° al 16° posto, passando per un 15° nel 2020).

Verona, redditi + 1,2%, ma 18 province stanno peggio del 2019.

Sono in tutto 18 le province per le quali il recupero tra il 2019 e il 2021 in termini di reddito pro capite non si è compiuto. Se Prato e Rimini sono al di sotto del dato 2019 rispettivamente del 5,9% e del 4,7%, accompagnate però da crescita o stabilità della popolazione (come nel caso di Firenze), per altre province la riduzione riscontrata (superiore al 2%) si accompagna anche a una contrazione della popolazione, come nel caso di Venezia, Fermo, Aosta, l’Aquila, Teramo e Pescara, aspetto che denota un maggior deterioramento dell’indice. A Verona, rispetto al 2019, si registra un incremento dell’1,2%.

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