Guerra in Ucraina, l’allarme dell’agricoltura veronese: “Situazione molto critica”

Il blocco dell’export dall’Ucraina e dai Paesi dell’est preoccupa Confagricoltura Verona.

Agricoltura veronese in allarme per il blocco dell’export legato alla guerra in Ucraina. A Odessa sono state bloccate le navi con il mais per l’alimentazione degli animali, il frumento per le farine e l’olio di girasole. Anche l’Ungheria ha chiuso i rubinetti, decidendo di sospendere le esportazioni di grano per garantire la propria autosufficienza alimentare. La Bulgaria sta seguendo la corrente, con la decisione di sospendere le esportazioni di grano per assicurare i rifornimenti interni e contenere la crescita dei prezzi.

“La situazione sta diventando molto critica – sottolinea Alberto De Togni, presidente di Confagricoltura Verona  –.Sappiamo che nel Vicentino e nel Padovano stanno arrivando agli agricoltori mail dai fornitori, dall’Ucraina e altri Paesi dell’Est, che avvertono di non poter più garantire la consegna della merce sia in quantità, sia nei tempi previsti dai contratti. Al momento non abbiamo segnalazioni dalle nostre aziende scaligere, ma è anche vero che finora tutti gli allevamenti di polli e tacchini sono stati chiusi e quindi non c’è stato un grande fabbisogno di cereali per la mangimistica. Ora però che si sta cominciando a riaccasare il problema si porrà, così come per i bovini e i suini. Speriamo, in caso di carenza, di trovare approvvigionamenti di cereali da altri mercati, ma la cosa non sarà così semplice perché ci sarà la corsa di tutti per accaparrarseli sul mercato e di conseguenza i costi si impenneranno ancora. Un peso che sarebbe insostenibile per le aziende agricole, già gravate dagli esorbitanti costi delle materie prime che si sono verificati nell’ultimo anno”.

Difficoltà anche sul fronte dei fertilizzanti, perché la Russia ha bloccato le vendite di nitrato di ammonio fino ad aprile. E va ricordato che la federazione russa produce 50 milioni di tonnellate di fertilizzanti, vale a dire il 15% dell’intera produzione mondiale. “Le conseguenze possono essere pesanti anche per i seminativi, perché si rischia una contrazione dei raccolti – avverte De Togni. Che osserva come, a seguito dei drammatici avvenimenti in corso in Ucraina, ci sia inoltre la possibilità che altri Paesi assumano una posizione di protezionismo alimentare.  “La situazione va attentamente monitorata – dice -. Ci auguriamo che vengano respinte le iniziative nazionali unilaterali all’interno dell’Ue. La capacità produttiva di cereali dell’Unione è tale da poter gestire anche questa difficilissima situazione. Serve però un coordinamento della Commissione, alla quale Confagricoltura ha già chiesto di rimuovere, in vista dei nuovi raccolti, i limiti all’utilizzo dei terreni agricoli”.

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