La crisi della manodopera in agricoltura: cause e possibili soluzioni nel convegno di Confcooperative Verona

Numerose le partecipazioni, anche online. “La crisi della manodopera in agricoltura: tra carenza di strumenti, legalità e nuovi scenari”.

La crisi della manodopera in agricoltura, carenza di strumenti, legalità e nuovi scenari. Queste le tematiche affrontate nel convegno promosso da Confcooperative Verona e Fedagripesca Veneto in collaborazione con l’Inail direzione territoriale Verona e L’ispettorato del lavoro. Numerose le cooperative del territorio che hanno partecipato in presenza e numerose le cooperative del Veneto che hanno seguito il convegno in modalità online.

“Abbiamo cercato di analizzare le diverse cause, macroeconomiche, giuridiche e sociali che sono alla base di questa situazione”, conferma il presidente di Confcooperative Verona Fausto Bertaiola. “Uno dei fattori strutturali riguarda l’enorme difficoltà di programmazione della domanda di lavoro in agricoltura derivante da fattori, ulteriori rispetto la mera stagionalità e dipendenti dall’impatto di elementi ed agenti esterni e non prevedibili rispetto il ciclo produttivo quali ad esempio l’impatto di condizioni climatiche e metereologiche sfavorevoli, l’instabilità produttiva, l’incidenza di fitopatie, parassitosi, insetti dannosi e l’andamento dei mercati. Questo elemento ha generato un indice di variazione della forza lavoro occupata estremamente significativo e comprese tra picchi del +16% e cali del -13%, confermando la grande volatilità della domanda tra gli anni nell’ultimo decennio”, prosegue Bertaiola.

Possibili cause.

“Altro fattore causante la cosiddetta “carenza della manodopera in agricoltura” riguarda il grado di attrattività nei confronti della popolazione Italiana del lavoro stagionale in agricoltura. Da anni si osserva la crescita dell’occupazione, in una prima fase, verso lavoratori Comunitari e poi, in una seconda fase, verso lavoratori extra UE, fortemente accentuata anche dal blocco della mobilità intracomunitaria degli ultimi anni.

Chiaro che, in questa dinamica, risulta determinante una corretta pianificazione degli ingressi all’interno del cosiddetto Decreto flussi, il provvedimento con il quale il Governo regolamenta anche le entrate per lavoro stagionale in agricoltura. Il rischio però è quello che possa verificarsi un fenomeno di sottostima della domanda che rende lo strumento non perfettamente aderente rispetto il fabbisogno di manodopera nei settori agricoli, contribuendo ad aumentare il deficit occupazionale, attualmente stimato in circa 100.000 unità a livello Nazionale”, afferma il direttore di Confcooperative Verona Davide Bulighin.

La relazione tra lavoro irregolare e sicurezza.

“Vi è un ulteriore elemento da evidenziare”, aggiunge Stefania Marconi, direttore dell’INAIL di Verona, “ed è quello che riguarda la relazione tra lavoro irregolare e sicurezza: ove sussiste il primo, di fatto la seconda è in condizione di zero, con impatti in termini di costi sociali, in relazione agli infortuni anche gravi, particolarmente elevati. Deve essere ricordato che comunque l’Istituto nazionale assicurazione infortuni del lavoro offre tutele a prescindere dalla regolarità dell’instaurazione del rapporto proprio perché la sua finalità è quella della più ampia tutela possibile”, continua Stefania Marconi.

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