Agriturismi massacrati da Omicron: “Una mazzata, costretto a vendere”

Verona, agriturismi in ginocchio per colpa di Omicron.

A Verona agriturismi di nuovo in crisi per le conseguenze della pandemia: ora, secondo la Cia – Confederazione italiana agricoltori, è la diffusione della variante Omicron, tra contagi e limitazioni dettate dal super Green pass, ad avere di fatto svuotato le strutture veronesi. Molti agriturismi hanno chiuso già dalle vacanze natalizie, essendoci state parecchie disdette.

“Siamo fermi con le camere e anche con la ristorazione – sottolinea Luciano Ghellere, titolare con la moglie Sara Lonardi dell’agriturismo Casa Maria Teresa a Sommacampagna, che si fa portavoce del disagio degli agriturismi per Cia-Agricoltori Italiani Verona -. La gente non viene più a cena perché ha timore del contagio. Chi ci chiama per il pernottamento chiede camere dotate di cucina. Ci sono agriturismi che, pur di lavorare, svendono le stanze.  Il problema è che ora, con i costi dell’energia elettrica e del gas metano saliti alle stelle, si lavora in perdita e si rischia di erodere il patrimonio familiare per far fronte alle spese”.

A Ghellere è successo proprio questo: ha dovuto vendere un pezzo di terreno per far fronte alla crisi, ridimensionando la struttura agrituristica. “Prima della pandemia lavoravamo bene, soprattutto con le famiglie, anche perché abbiamo offriamo pasti e spuntini e abbiamo una fattoria con tanti animali – racconta -. Poi nel 2020, con l’esplosione del Covid, abbiam visto tutte le prenotazioni cancellate e il reddito ridotto dell’80 per cento rispetto al 2018. Inoltre poi ci sono state pure le gelate, che hanno falcidiato le nostre coltivazioni frutticole. In estate, infine, la grandine ci ha distrutto perfino l’impianto. Dopo due anni di bastonate siamo stati costretti a ridurre le stanze da nove a tre, affittando una parte della casa per sostenerci. Ci avevano promesso contributi regionali, che non sono mai arrivati. È arrivato qualcosa dallo Stato, ma ci è bastato appena per pagare le spese del locale”.

L’azienda agricola, che coltiva pesche e kiwi, era già stata segnata negli anni precedenti dalla malattia dei kiwi e dal crollo del prezzo delle pesche. “Tante aziende agricole sono nelle nostre condizioni e faticano a risollevarsi da tante batoste – dice Ghellere -. Bisogna uscire dall’emergenza e tornare alla normalità, affinché si possa già tornare a lavorare nelle vacanze pasquali e ad agevolare il ritorno degli ospiti internazionali già con l’estate 2022”.

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