Abeti e stelle di Natale, è crisi: “A Verona non si vendono, mai successo prima”

Florovivaisti veronesi in crisi, frena il mercato di abeti e stelle di Natale.

Abeti e stelle di Natale, è crisi, a Verona è crisi nera. Dopo un 2021 nel segno della ripresa, si prospetta un Natale sotto tono per le stelle e i fiori delle feste, che risentono fortemente degli aumenti dei costi di produzione. Le aziende florovivaistiche hanno, infatti, ridotto i numeri di produzione delle piante in virtù del saldo negativo tra costi e ricavi. E ci sono anche serre che, dopo le feste, chiuderanno fino a primavera per risparmiare i costi del riscaldamento, arrivati alle stelle.

“Credevamo che dopo la pandemia gli anni peggiori fossero alle spalle –sottolinea Massimo Fontana, presidente dei florovivaisti di Confagricoltura Verona -. Invece, dopo i segnali di ripartenza del 2021, dobbiamo registrare un passo indietro a causa dell’impennata dei costi energetici e delle materie prime. I nostri florovivaisti, in generale, hanno prodotto il 20-25% in meno di stelle di Natale e di ciclamini, in quanto i costi delle piantine si sono impennati, così come quello dei vasi e degli imballaggi, per non parlare del riscaldamento delle serre. Le aziende sono, perciò, costrette a fare scelte economiche per far quadrare i bilanci. Quindi molte hanno ridotto i numeri, mentre altre chiuderanno per l’inverno e riapriranno in primavera. Una situazione pazzesca, mai successa prima. In picchiata anche il mercato degli abeti. Le aziende florovivaistiche non ne tengono quasi più, perché i costi sono alti e le famiglie non li comprano: un abete di 1,60 metri costa 40-45 euro e dopo Natale va buttato. La scelta, quindi, va sugli alberelli di plastica, che ogni anno si riciclano”.

Conferma Claudio Previatello, vicepresidente regionale dei Giovani di Confagricoltura Veneto e florovivaista: “Questi dovrebbero essere giorni in cui si consumano le ruote dei furgoni per consegnare, invece c’è molta calma. Abbiamo mantenuto i prezzi più o meno invariati, ma la gente è in difficoltà, alle prese con bollette e rincari. La stagione, del resto, non ci ha aiutato: ha fatto caldo fino a novembre e tanti fiori sono durati sui balconi. Servirebbero interventi strutturali per aiutare le aziende, come una tassazione più favorevole sui costi dei vasi, ad esempio. Gli aiuti a pioggia, come il recente intervento ministeriale, sono gocce nel mare, che poco possono fare per sostenere un settore in balia delle speculazioni in atto”.

I dati di Veneto Agricoltura.

Secondo i dati 2021 di Veneto Agricoltura il numero di aziende regionali attive nel florovivaismo è leggermente diminuito, attestandosi a 1.409 unità (-0,6%). La provincia di Padova, con 434 unità (invariate) concentra il 30,8% delle aziende regionali, seguita da Treviso (315 unità, +1%) e, più distanziate, Verona (217 aziende, -2,3%) e Venezia (189 aziende, – 2,1%), che registrano anche le maggiori riduzioni. In flessione pure il numero di aziende della provincia di Vicenza (118 aziende, -1,7%), mentre Rovigo (90 aziende) e Belluno (46 unità) sono rimaste stabili.

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