Baby gang: quattro giovani arrestati per sequestro di persona, tortura e rapina

Verna, quattro giovani arrestati per i reati, pesantissimi, di sequestro di persona, tortura e rapina.

Sequestro di persona, tortura e rapina: sono questi i reati contestati ai quattro giovani della baby gang di Verona nei confronti dei quali, nella giornata di sabato, la Squadra mobile scaligera ha dato esecuzione alla misura della custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Verona. Le indagini sono partite la notte del 30 agosto a seguito di una segnalazione giunta alla Centrale Operativa della Questura riguardante un giovane cittadino indiano, fuggito a seguito di un presunto rapimento da parte di un gruppo di coetanei.

Le indagini hanno permesso di ricostruire la dinamica dei fatti: nella serata del 29 agosto, la vittima sarebbe stata caricata a bordo di una Mercedes da quattro ragazzi, che lo avrebbero trasportato in aperta campagna dove, strappatogli il telefono di mano dopo il suo tentativo di chiedere aiuto alla madre, lo avrebbero trascinato fuori con violenza. Lì, sul terreno, lo avrebbero costretto a denudarsi e a mettersi in ginocchio, legandogli le mani e infilandogli ripetutamente un ago sotto le unghie, per poi farlo alzare e camminare per duecento metri. Poi, lo avrebbero nuovamente obbligato a inginocchiarsi per prenderlo a calci e pugni mentre uno di questi, in particolare, lo colpiva su tutto il corpo con una frusta e un bastone inveendogli contro e minacciandolo.

Proprio quest’ultimo – alla luce di quanto emerso dall’attività investigativa condotta dalla polizia di Stato – sarebbe stato, lo scorso giugno, denunciato dalla vittima per estorsione. Ancora, uno degli altri indagati sarebbe stato sempre dallo stesso cittadino indiano denunciato, nel 2022, per sequestro di persona e successivamente arrestato dalla Squadra Mobile scaligera insieme ad altri componenti della babygang QBR.

Sembrerebbe essere stata, quindi, una vera e propria “resa dei conti” da parte del gruppo di giovani, tutti arrestati e tradotti presso la casa circondariale di Verona.

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