Traffico internazionale di droga, raffica di arresti in mezza Italia: anche a Verona

Traffico internazionale di droga, coinvolta anche Verona: raffica di arresti.

Dalle prime luci dell’alba di oggi, martedì 15, oltre cento militari ed unità cinofile antidroga delle Fiamme Gialle trentine, stanno effettuando arresti e perquisizioni nel Nord Italia nei confronti di una agguerrita associazione per delinquere, articolata in quattro gruppi interconnessi, composta prevalentemente da soggetti di origine albanese, italiana e magrebina, che si spartivano il mercato dello spaccio tra le province di Trento e Bolzano, con importanti ramificazioni in Austria, Paese verso il quale veniva esportata una parte delle ingenti partite di droga “gestite” dal sodalizio criminale.

L’operazione.

Si tratta dell’operazione antidroga denominata “#CONTINUOASPACCIARE”, che si è appena conclusa con l’esecuzione di 32 misure di custodia cautelare in carcere – ventotto delle quali eseguite sul territorio nazionale (province di Trento, Bolzano, Verona, Milano, Ferrara e Bologna) e le restanti quattro all’estero con l’attivazione del M.A.E. (Mandato di Arresto Europeo) e del mandato di cattura internazionale in Francia e Albania – e quattro obblighi di dimora emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Trento. Le catture eseguite in queste ore si vanno ad aggiungere ai ventuno arresti in flagranza di reato già effettuati nel corso delle indagini, per un totale di 53 arrestati. In circa due anni di indagine, inoltre, sono stati sequestrati d’iniziativa oltre 21 chili di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina, hashish e marijuana, 85.795,00 euro in contanti e beni di pregio per un valore di 35mila euro.

Sempre in queste ore le Fiamme Gialle, giusto decreto del Gip presso il Tribunale di Trento, hanno proceduto a chiudere e porre sotto sequestro preventivo un rinomato bar-caffè sito nel centro storico di Trento, nella effettiva disponibilità di alcuni narcotrafficanti e utilizzato come luogo di spaccio per la clientela più facoltosa. Contestualmente sono stati sequestrati i conti correnti bancari e postali riferibili agli indagati ed alcuni beni di lusso (come orologi di valore e autovetture).

Le investigazioni, dirette dalla Procura Distrettuale di Trento hanno avuto origine a marzo 2020, in concomitanza con l’entrata in vigore del primo lockdown. In quel frangente, fra i pochi imperterriti a violare le prescrizioni governative c’erano alcuni degli odierni arrestati che, da veri e propri riders della droga, si muovevano da un domicilio all’altro per consegnare le dosi alla propria clientela (da qui il nome dell’operazione #continuoaspacciare).

Risalendo la catena dello spaccio i finanzieri trentini hanno acquisito elementi gravemente indizianti, nell’ipotesi accusatoria, su una strutturata associazione per delinquere dedita all’importazione dal Nord Europa di ingenti partite di stupefacenti del tipo cocaina, eroina, hashish e marijuana, “commercializzate” prevalentemente in Nord Italia e Austria, con particolare riferimento al ricco “mercato” regionale del Trentino-Alto Adige. I narcotrafficanti, suddivisi in quattro gruppi operativi, utilizzavano numerose precauzioni per eludere i controlli delle forze dell’ordine, come ad esempio staffette per non “perdere” i carichi di stupefacenti oppure la pianificazione degli appuntamenti per la consegna della droga attraverso varie chat sui social network. L’organizzazione, inoltre, si occupava anche di dare assistenza alle famiglie degli arrestati, elargendo denaro e provvedendo al pagamento delle relative spese processuali.

Il bilancio complessivo dell’operazione ha portato all’individuazione e alla denuncia di 70 narcotrafficanti, 53 dei quali tratti in arresto, nonché al sequestro di oltre 21 chili di sostanze stupefacenti del tipo cocaina, eroina, marijuana e hashish e 85.795,00 euro in contanti. I militari della Guardia di Finanza hanno inoltre ricostruito l’avvenuta immissione in consumo di ulteriori 18 chili circa di cocaina, di 6 chili circa di hashish, di 8 chili circa di marijuana. Lo stupefacente sequestrato, una volta venduto al dettaglio, avrebbe garantito alle due associazioni di narcotrafficanti introiti per 2 milioni di euro.

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