Scoperti due “furbetti” della patente: telecamere nascoste nei bottoni

Beccati a Verona due “furbetti” della patente: minitelecamere nascoste nei bottoni della camicia.

Continua l’azione della polizia locale di Verona per contrastare i tentativi di frode agli esami per la patente: beccati due “furbetti”. Gli agenti del Laboratorio Analisi Documentale, in collaborazione con i funzionari della Motorizzazione Civile, hanno denunciato due persone, un uomo e una donna di nazionalità straniera, sorpresi a utilizzare dispositivi tecnologici per superare l’esame scritto senza una reale preparazione.

Si tratta di un fenomeno diffuso in tutta Italia, da nord a sud, e gestito da organizzazioni criminali straniere che, attraverso il passaparola e incontri in luoghi pubblici come bar e centri commerciali, reclutano candidati disposti a pagare cifre considerevoli – dai 4 mila ai 5 mila euro – per ottenere illegalmente la patente.

Durante i controlli, gli agenti hanno trovato addosso ai candidati sofisticati strumenti di trasmissione, tra cui minitelecamere nascoste nei bottoni delle camicie o nelle cerniere dei maglioni, nano auricolari, telefoni cellulari e schede Sim. Il sistema fraudolento prevede che un complice all’esterno fornisca le risposte corrette, permettendo ai candidati di superare l’esame senza alcuna preparazione.

Nonostante la gravità del fenomeno, le attuali sanzioni penali risultano blande. La normativa vigente, risalente a un regio decreto del 1925, prevede il reato di falsità ideologica e falsa attribuzione di lavori altrui, ma senza misure deterrenti efficaci, come l’arresto in flagranza.

La polizia locale sottolinea l’urgenza di un intervento normativo che introduca pene più severe, soprattutto considerando i rischi per la sicurezza stradale. Chi ottiene la patente in questo modo può mettersi al volante senza conoscere le regole della circolazione, i segnali stradali o le norme di precedenza, mettendo in pericolo sé stesso e gli altri. Per questo, viene richiesta l’introduzione di un reato specifico contro l’incolumità pubblica, aggravato dall’uso di raggiri per il conseguimento della patente.