Frode dei carburanti anche a Verona, sequestrati case e conti correnti in Romania

Nuovo sequestro della Guardia di finanza nell’indagine sulla maxi frode dei carburanti che coinvolge anche Verona.

Scatta un nuovo sequestro di beni, per circa 2,4 milioni di euro, ai danni del rappresentante legale di una impresa parmigiana che già lo scorso anno era finita nel mirino della Guardia di finanza a causa di una presunta frode fiscale nella commercializzazione dei carburanti. Su richiesta della Procura di Bologna e successivo decreto del Gip, l’indagine della finanza aveva portato al sequestro preventivo di 17 pompe bianche in Emilia, e nelle province di Brescia, Lodi e Verona.

Secondo il decreto di sequestro, sarebbe stata individuata un’associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale nel settore del commercio all’ingrosso e al dettaglio di prodotti energetici per autotrazione (benzina e gasolio).

In particolare, l’impresa parmigiana avrebbe sfruttato un complesso e ben articolato sistema di frode all’Iva messo in piedi da un’associazione a delinquere costituita da tre soggetti italiani operanti uno da Dubai, uno da Miami e il terzo da Napoli. L’organizzazione criminale in parola avrebbe organizzato una frode carosello nell’acquisto e nella distribuzione sul territorio nazionale di prodotti petroliferi provenienti da raffinerie in Slovenia e Croazia, che sarebbero stati ceduti fittiziamente dapprima a imprese del Regno Unito e della Romania e poi a società cartiere italiane – tutte gestite dai componenti dell’associazione per delinquere – per essere successivamente ceduti al reale destinatario italiano, ossia l’impresa parmigiana.

Il nuovo sequestro.

Il sequestro preventivo disposto nel 2023 ammontava a poco meno di 150 milioni di euro. Da eseguire per circa 26 milioni nei confronti della società parmigiana o del suo rappresentante legale. Ma visto che i beni sequestrati in Italia non erano sufficienti a raggiungere l’importo del profitto del reato individuato nel decreto del Gip, le Fiamme Gialle di Parma hanno sequestrato altri beni in Romania. In particolare, 18 immobili a Bucarest, partecipazioni in 2 società rumene operanti nel settore del commercio di carburanti; partecipazioni in una società immobiliare rumena, disponibilità finanziarie su 14 conti bancari in Romania. Per un totale di circa 2 milioni e mezzo di euro.

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