Filippo Turetta interrogato a Montorio: “Sì, ho ucciso Giulia”

Filippo Turetta interrogato nel carcere di Montorio dal gip ammette l’omicidio di Giulia Cecchettin.

Interrogato questa mattina, nel carcere di Montorio, dal gip del tribunale di Venezia, Filippo Turetta ha confermato le ammissioni rese alla polizia tedesca sull’omicidio di Giulia Cecchettin con dichiarazioni spontanee al gip. In seguito si è avvalso della facoltà di non rispondere. Lo ha spiegato l’avvocato del giovane, Giovanni Caruso.

L’avvocato ha dichiarato che il suo assistito ha scelto di non rispondere agli inquirenti, ma ha ritenuto doveroso rilasciare delle dichiarazioni spontanee, confermando sostanzialmente quanto aveva già ammesso alle autorità tedesche. In Germania, Turetta aveva dichiarato di aver “ucciso Giulia” e di aver cercato di “farla finita”, senza però avere il coraggio di compiere il gesto.

Ora, la palla è nelle mani della Procura di Venezia, impegnata nelle indagini tecniche, informatiche e negli esami scientifici per ricostruire nei dettagli quanto accaduto nella tragica notte in cui Giulia Cecchettin ha perso la vita. L’attenzione degli investigatori si concentra soprattutto sull’esito dell’autopsia prevista per venerdì, durante la quale il medico legale dovrà stabilire la sequenza dei colpi e le modalità dell’aggressione che si è sviluppata in più fasi.

L’interrogatorio di garanzia, nel carcere di Montorio, è durato all’incirca una mezz’ora: iniziato verso le 10, è terminato già attorno alle 10.30. Presenti, oltre al gip Benedetta Vitolo, anche il pm di Venezia Andrea Petroni e l’avvocato Caruso. Turetta, lo ricordiamo, deve rispondere, stando all’ordinanza cautelare, di omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva terminata e di sequestro di persona. 

L’avvocato della famiglia Cecchettin: “Omicidio aggravato dallo stalking”.

Intanto per il legale di Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, l’omicidio sarebbe “aggravato dallo stalking”. Filippo Turetta, infatti, ha spiegato ad Ansa l’avvocato, avrebbe “dimostrato di essere un molestatore”, e il suo comportamento sarebbe “connotato da plurime e reiterate condotte che descrivono fame di possesso verso la nostra Giulia”. Si tratterebbe, ha chiarito, di “un assedio psicologico che aveva provocato nella ragazza uno stato di disorientamento e di importante ansia”.

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