I ristoratori del Garda bocciano il green pass vaccinale: “Non serve a niente, è solo un gran pasticcio”

Bardolino, ristoratori contrari al green pass vaccinale.

Dal 26 aprile Verona e il lago di Garda sono tornati a tingersi di giallo, e i ristoranti possono stare aperti a pranzo e a cena, ma con alcune regole da rispettare. Si tratta di una vera ripartenza o è ancora tutto da rivedere e correggere? In merito prende la parola Giorgio Sala, presidente di “De Gustibus Bardolino – Associazione ristoranti e bar di Bardolino” fondata nel 2008, per promuovere il progresso economico e sociale delle imprese del settore della ristorazione e dei pubblici esercizi del comprensorio turistico di Bardolino.

E’ stata una ripartenza triste e lenta – ammette Sala -. Bardolino è vuota e la gente non risponde perché è terrorizzata, mentre noi ristoratori abbiamo perso l’entusiasmo anche per il maltempo che ci ha messo i bastoni tra le ruote”. Intanto i baristi veronesi di Fipe Confcommercio insistono per chiedere al governo di poter servire le consumazioni anche al banco, e non solo nei plateatici esterni.

Il Green pass vaccinale potrebbe esservi d’aiuto?: “Non credo proprio – risponde il presidente -. La norma governativa che istituisce il pass vaccinale, in primis non è chiara, ma è un pasticcio, confonde ancora di più. Non si sa nemmeno dove e con quali modalità farlo, chi deve controllarlo. E non da ultimo non tutela la privacy delle persone. No, non sono d’accordo”.

I ristoratori hanno le idee chiare e le loro proposte non cambiano: “Durante un recentissimo incontro tra rappresentanti e presidenti di associazioni di categoria con il sindaco di Bardolino Lauro Sabaini, siamo giunti alla conclusione che la situazione è più confusa di un anno fa – specifica -. Siamo tutti fermi e d’accordo sulle linee guida che dovrebbero lasciarci adottare”.

“Per quanto ci riguarda stiamo rispettando tutte le regole imposte, e così vale per i nostri clienti che si dimostrano sempre attenti e giudiziosi. Chiediamo solo di lavorare per vivere, è un nostro diritto. Devono solo consentirci di aprire anche il locale all’interno e prolungare il coprifuoco fino alle 24 – conclude Sala -. Siamo meno pericolosi di altre attività commerciali al chiuso, stipate di gente”.

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