Green pass più breve, terza dose e stop ai test rapidi: le nuove regole per salvare il Natale anche a Verona

Il piano per ridurre i contagi durante le feste natalizie.

Ormai dubbi non ce ne sono più: siamo dentro la quarta ondata della pandemia, e con l’avvicinarsi del Natale servono regole nuove. Il governo sta già lavorando a una nuova strategia per il contenimento dei contagi, che prevede l’obbligo della terza dose per tutti, e una mirata riduzione della validità per Green pass e tampone. Sarebbero queste, infatti, alcune delle misure sul tavolo del presidente Mario Draghi. Anche perchè dietro l’angolo ci cono le feste natalizie e le maggiori occasioni di socialità, che a questo punto diventano la maggior fonte di preoccupazione.

Del resto lo stesso governatore del Veneto Luca Zaia lo va ripetendo ormai da giorni, sottolineando a più riprese la necessità di mantenere le misure di protezione, a cominciare dalle mascherine, e l’importanza dei vaccini per tutti, per evitare di ripiombare nell’incubo zona gialla, o peggio. Insomma, per salvare il Natale governo e Cts studiano regole nuove. Vediamo quali.

La terza dose.

Eccolo allora il piano di azione che è stato ipotizzato per salvare il Natale a livello nazionale. Richiamo per la terza dose estesa a tutta la popolazione entro inizio 2022, ma se la curva della quarta ondata peggiora può essere anticipato. Questo perché gli studi dell’Istituto superiore di sanità hanno dimostrato che il vaccino dopo sei mesi perde la sua efficacia. Dal primo dicembre intanto inizieranno i richiami per gli over 40 (a patto che siano trascorsi 6 mesi dalla seconda dose), mentre a breve sarà firmato il decreto per il quale il personale sanitario sarà obbligato alla terza dose. Il richiamo dovranno farlo poi anche tutti coloro che lavorano esternamente, ma che accedono alle Rsa.

Green pass e test: le nuove regole in vista del Natale.

Se adesso il certificato verde dura 12 mesi dall’ultima dose, si pensa di ridurlo a 9 mesi. Anche se Roberto Speranza, ministro della Salute, non esclude di portarlo a 6 mesi. Un’altra questione aperta è l’attendibilità dei tamponi rapidi. Spesso infatti ci sono i “falsi negativi” e quindi si sta pensando di escludere questo tipo di test tra le modalità per ottenere il Green pass. Per evitare però un passo così importante, si sta ipotizzando di ridurre la validità del test: da 72 ore a 48 per quello molecolare e da 48 a 24 il test antigenico. Una mossa che il governo si augura possa convincere i dubbiosi a vaccinarsi.

I colori delle zone.

La divisione per fasce colorare resta valido. Se per adesso tutta l’Italia è in zona bianca, non è da escludersi la zona gialla per il Friuli Venezia Giulia, Lazio e Marche, dove appunto la situazione è al momento più grave. Ma anche le altre regioni, e il Veneto è tra queste, non possono dirsi al sicuro. In ogni caso per Friuli Venezia Giulia, Lazio e Marche potrebbero entrare in vigore nuove limitazioni, come la mascherina sempre obbligatoria e quattro persone al massimo al ristorante. Spetterà poi a governatori e sindaci delle diverse zone mettere in atto eventuali restrizioni più incisive. Il sistema delle zone colorate serve per creare le “zone rosse”, in modo da isolare i posti con alto numero di contagi Covid-19 e limitarne la diffusione.

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