Elezioni e stampa on line dimenticata: il grido di dolore degli editori digitali

Parla Maurizio Zumerle, presidente di Aedi, l’Associazione editori digitali italiani.

In questi giorni siamo bombardati dai media nazionali di notizie relative ai candidati e alle loro proposte elettorali, alle promesse e ai ragionamenti fatti per accaparrarsi il voto dei cittadini. I media sono sfruttati nello loro varie forme, dalla carta stampata alle tv, dai giornali on line, ai vari influencer. Anche le associazioni di categoria si sono accorte di questo che noi di Aedi, l’Associazione editori digitali italiani, andiamo a dire da tempo.

In tutto questo grande mare di proposte e di idee non abbiamo sentito politici e candidati, salvo rari casi, parlare di proposte circa il sostegno dei giornali online di cui noi di Aedi siamo uno degli interlocutori. Aedi chiede più attenzione per il lavoro e la professionalità che esprimiamo. La bontà e la genuinità dell’informazione sono uno dei primi strumenti di una democrazia per condurre i cittadini informati al voto. Ora non abbiamo sentito le parti politiche in corsa per le elezioni fare proposte operative e concrete che riguardino l’editoria, e in particolare quella digitale.

Eppure l’editoria on line c’è, e rappresentiamo una struttura portante dell’informazione in generale. I dati vedono i giornali online, e in particolare i piccoli editori locali, in fortissimo aumento; i dati dimostrano che noi forniamo le informazioni in modo più tempestivo e di solito meno legate al potere centrale. Noi chiediamo più attenzione per il nostro settore e vorremmo che i politici affrontassero i nostri problemi e discutessero con questo mondo digitale responsabilizzato, che ha fior di professionisti e non di improvvisati scribacchini, che collaborano. 

Forse i piccoli editori che hanno piccole redazioni e molti collaboratori non sono meritevoli di attenzioni? Abbiamo  giornalisti e norme che ci regolano come stampa a differenza dell’irresponsabilità che regna spesso in internet. Noi crediamo ci siano varie ragioni per sostenere questo tipo di editoria, che in gran parte vive con immensi sacrifici. Abbiamo alcune rivendicazioni da sostenere: test per la qualità dell’informazione prodotta, netta distinzione tra giornali e altri blog e network; sostegno finanziario per i temi di approfondimento pubblicati; riordino dei ruoli e conflitti tra giornali e agenzie pubblicitarie; attività formativa, ecc.

Sono temi che valgono la vita stessa dell’informazione online e che sul sito www.aedi.online noi sindacato datoriale, in parte, rappresentiamo. Recentemente, di questa noncuranza delle forze politiche, se ne sono accorti anche altri. L’Ordine dei giornalisti ha organizzato con altre istituzioni rappresentative dell’editoria una conferenza stampa per sollecitare il governo e le forze politiche ad affrontare il tema in generale. Verrebbe da dire: se non ora, quando?

Il presidente di Aedi – Maurizio Zumerle

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