Caso Report-sanità veneta, insorgono le opposizioni: “Zaia riferisca in aula”

Caso Report-sanità veneta, le opposizioni a palazzo Ferro Fini chiedono che Zaia riferisca in aula.

“Di fronte a quello che abbiamo visto ieri sera nella trasmissione Report di Raitre, è impensabile che tutto si risolva con una conferenza stampa a Marghera. Il presidente Zaia, riferisca urgentemente in Consiglio regionale, che è il luogo deputato a dare spiegazioni”. A dirlo sono tutte le forze di opposizione a Palazzo Ferro Fini, a partire dai consiglieri regionali del Partito democratico, Giacomo Possamai, Anna Maria Bigon, Vanessa Camani, Jonatan Montanariello, Andrea Zanoni e Francesca Zottis, da Veneto che vogliamo con Elena Ostanel, da Europa Verde con Cristina Guarda, dal Movimento Cinque Stelle con Erika Baldin, dallo speaker delle minoranza Arturo Lorenzoni::“Se Zaia non dovesse farlo siamo pronti ad azioni eclatanti, così da avere quelle risposte che non sono più rinviabili”.

“Le dichiarazioni fuori onda del Direttore generale della sanità veneta Luciano Flor quando ammette che lo studio del professor Crisanti sulla inattendibilità dei tamponi rapidi andava sepolto per non incorrere in una causa dell’azienda produttrice fanno rabbrividire. Anche perché il problema dei falsi positivi – evidenziano i consiglieri – è stato una delle cause del boom di contagi e vittime nella seconda ondata da Covid-19, con l’aggravante che l’appello del personale sanitario e sociosanitario di essere sottoposti a tamponi molecolari è stato a lungo sottovalutato”.

“La trasmissione Report ha messo sul tavolo una serie di anomalie che nei mesi scorsi abbiamo puntualmente e pubblicamente messo in rilievo, dal sistema di tracciamento saltato al numero reale di posti letto nelle terapie intensive. Dall’inchiesta emergerebbe poi l’anomalia di un altro sistema, quello informatico, che ha portato a dichiarare di default, a monte di reali verifiche, l’esistenza di una percentuale spropositata di asintomatici pari al 95 per cento, quando la media nazionale era del 60 per cento”.

“Il quadro che viene fuori è inquietante. Il numero spaventoso di decessi, sommato all’emergere di vecchi e nuovi punti interrogativi, esige ora, a maggior ragione, delle risposte chiare e si ravvisa la necessità di precise responsabilità su quanto è accaduto. E per farlo non bastano le conferenze stampa a Marghera”, concludono Possamai, Bigon, Camani, Montanariello, Zanoni, Zottis, Ostanel, Guarda, Baldin e Lorenzoni.

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