.Elisa De Berti, positiva al Covid la vice di Zaia: «L’ho preso a una riunione»

C’è anche Elisa De Berti, vicepresidente della Regione, tra i nuovi 2013 veneti colpiti dal coronavirus. Lo scrive lei stessa su Facebook:

elisaDeBerti225«Due settimane fa sono stata a contatto con una persona che, dopo qualche ora, ha scoperto di essere positiva. Appresa la notizia, mi sono immediatamente messa in isolamento fiduciario. Nonostante avessimo utilizzato la mascherina e mantenuto le distanze, probabilmente il passaggio di alcune carte è stato fatale. Dopo alcuni giorni purtroppo mi sono comparsi raffreddore, emicrania, perdita del gusto e debolezza. Il Covid ha colpito anche me! — rivela — Comunque volevo rassicurarvi, sto già meglio…passerà anche questa. Però ricordatevi: mascherina sempre sul volto, igiene scrupolosa delle mani, evitate assembramenti. Non dobbiamo proteggere soltanto noi stessi, ma anche tutte le persone fragili, immunodepresse, gli anziani e le categorie a rischio, per le quali una influenza come la mia potrebbe risultare letale. Aiutiamoci! Siamo solidali!». Una valanga di auguri di pronta guarigione e manifestazioni di solidarietà incornicia l’annuncio. Ormai sono 61.875 i casi di Covid registrati in Veneto dall’inizio dell’epidemia e i decessi purtroppo salgono a 2919, con il record dei 59 di lunedì. Cominciano ad andare in sofferenza gli ospedali, che contano 2079 ricoveri in Malattie infettive e Pneumologia e 262 in Terapia intensiva. «Siamo sotto pressione — ammette il governatore Luca Zaia — per non trovarci in difficoltà stiamo aprendo nuovi posti letto ogni giorno. Oltre ai pazienti Covid sono ricoverati 8mila malati colpiti da altre patologie, oltre 300 sono in Terapia intensiva». Dallo scorso febbraio sono stati eseguiti 2.571.888 tamponi molecolari e 592.500 rapidi. Ormai in tutto ne vengono effettuati 52mila al giorno.

 Sul fronte della prevenzione la Reyer basket Venezia, vincitrice di due degli ultimi tre scudetti e della Coppa Italia, sta testando in allenamento le mascherine «Sherpa». «Le prime valutazioni dei nostri atleti — spiega il presidente Federico Casarin — non sono affatto negative. Anzi». «Chappell — aggiunge il coach Walter De Raffaele — l’ha indossata domenica, senza riscontrare problemi». A maggio il presidente della Fip, Gianni Petrucci, annunciò di aver commissionato al Politecnico di Torino lo studio di una mascherina specifica che potesse essere indossata dai giocatori. Ora c’è il prototipo, sul quale i cestisti della Reyer dovranno esprimere un parere tecnico. Queste mascherine difficilmente saranno utilizzate in partita, come sottolinea Casarin, ma dovrebbero permettere ai settori giovanili e alle minors «di ricominciare l’attività in sicurezza». E potrebbero essere adattate agli altri sport.

 Il vaccino spray
 Un’altra novità riguarda l’anti-influenzale: sta per arrivare il vaccino spray. Si tratta di una formulazione con un applicatore nasale monouso (somministrazione in dosi da 0,1 millilitri in ogni narice), indicata per la fascia d’età 24 mesi-18 anni. Per i soggetti mai vaccinati prima contro la malattia di stagione è prevista l’assunzione di due dosi, a un mese l’una dall’altra, sempre a cura del medico. E’ la prima volta che si deve ricorrere al vaccino spray, già in sperimentazione in Lombardia, ma la carenza sul mercato del siero tradizionale non lascia molte alternative. Soprattutto per le farmacie, che non lo hanno ancora ricevuto dalla Regione, costretta dall’emergenza Covid a rifornire prima le Usl e i medici di famiglia, per tutelare subito le fasce a rischio. Cioè over 60, malati cronici, immunodepressi, oncologici, diabetici, cardiopatici, asmatici. E allora, in attesa di poter consegnare ai farmacisti la loro quota delle 1.360.830 dosi acquistate, la Regione ha comprato 50mila anti-influenzali spray, da dividere tra loro e i pediatri. «E’ vero, ce lo hanno annunciato l’assessore alla Sanità, Manuela Lanzarin, e la dottoressa Francesca Russo, responsabile della Prevenzione, nell’ultima riunione di giovedì — dicono Franco Gariboldi Muschietti, presidente di FarmacieUnite, e Andrea Bellon, numero uno di Federfarma —. E’ un’integrazione ai vaccini tradizionali, comunque insufficienti rispetto alle centinaia di richieste avanzate dai nostri clienti. Al momento la Regione può distribuirne 30mila, cioè 20 per ciascuna delle 1500 farmacie del Veneto, quindi abbiamo chiesto di arrivare ai 68.100 dell’anno scorso. L’assessore Lanzarin ci ha riconvocati a fine mese e nel frattempo conta di reperire altre dosi sul mercato, da consegnarci a inizio dicembre». (Corriere.it)

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