Dalla cucina al motore: Verona sostiene il progetto che trasforma gli oli di scarto in biocarburante

Gli oli alimentari esausti diventano biocarburante: da Verona un grande contributo al progetto Hera che protegge l’ambiente.

Un progetto di transizione energetica che trasforma in biocarburante gli oli di scarto di cucina: è l’iniziativa Hove ideata dal gruppo Hera, di cui la provincia di Verona è stata protagonista significativa grazie agli oli raccolti nei 15 punti di ristoro Camst group, Cirfood, Elior, Roadhouse e Chef Express.

Nel 2022 gli oli alimentari esausti recuperati sono stati oltre 1.540 tonnellate, frutto sia delle raccolte urbane nei territori dove Hera svolge il servizio di igiene urbana, che delle partnership con grandi gruppi della ristorazione. Una volta pretrattati, gli oli, convogliati alla bioraffineria Eni di Venezia a Porto Marghera, sono stati trasformati in un rifornimento di circa 1,7 milioni di litri di biocarburante.

Nel veronese, fra capoluogo e altri comuni, complessivamente sono state raccolte 10 tonnellate di olio di scarto, che hanno consentito di produrre circa 11 mila litri di biocarburante idrogenato.

Biocarburante tassello della transizione energetica.

Oltre alla protezione ambientale, l’attività costituisce un tassello rilevante della transizione energetica. Il biocarburante, infatti, abbatte sensibilmente le emissioni di anidride carbonica rispetto ai processi di produzione del gasolio tradizionale senza necessità di modifiche al motore o agli impianti di distribuzione.

Complessivamente, il biocarburante ha consentito di evitare l’emissione nel 2022 di circa 4.900 ton di CO2: dal punto di vista ambientale, l’equivalente dell’anidride carbonica assorbita in un anno da oltre 58 mila alberi.

“Il progetto di recupero e trasformazione degli oli esausti, si inserisce pienamente nel più ampio, ambizioso, contributo che Hera sta dando alla transizione energetica e alla decarbonizzazione del Paese”, spiega Franco Fogacci, direttore centrale servizi ambientali e flotte Hera. “Si tratta di un impegno, ben articolato nel piano industriale al 2026, che prevede investimenti per oltre 4,1 miliardi, finanziati anche dal Pnrr, su sviluppo dell’economia circolare, promozione delle fonti rinnovabili, tutela del patrimonio idrico e resilienza delle reti”.

Una parte del biocarburante prodotto a Porto Marghera ritorna a Hera, che vi alimenta una parte della flotta dei mezzi destinati alla raccolta dei rifiuti urbani.

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