Piscine Lido, via alla demolizione: “Basta degrado”. Poi la ri-progettazione

Verona, via alla demolizione delle piscine Lido: poi gli spazi verranno co-progettati con i cittadini.

Via alla demolizione delle piscine Lido, per poi attivare percorsi di partecipazione per individuare gli usi migliori delle Mura della città. Ad annunciarlo la Commissione consiliare congiunta 1^ e 4^, che ha affrontato il tema alla presenza anche del sindaco Damiano Tommasi, della vicesindaca con delega ai Beni culturali Barbara Bissoli, degli assessori alla Sicurezza Stefania Zivelonghi, al Patrimonio Michele Bertucco, alle Politiche giovanili Jacopo Buffolo, all’Ambiente Tommaso Ferrari.

Una soluzione arrivata a seguito della partecipazione da parte dell’amministrazione al recente Utopian Hours, evento che si è tenuto a Torino a metà ottobre. Un festival internazionale di city making nel quale si sono fatti dei focus incentrati sulle piscine Lido e il Bastione San Francesco. Diventati negli ultimi anni zone di degrado e di abbandono. Si è deciso di procedere per la demolizione del sito. E successivamente, dopo aver redatto un Piano di gestione delle Mura, attivare una fase di co-programmazione e co-progettazione partecipata per un utilizzo temporaneo che inizierà a fine 2024 inizio 2025.

Le piscine Lido.

Attualmente nell’area, che è di 36mila metri quadri, ci sono due impianti. Uno in concessione alla Federazione Italiana Nuoto, con piscina coperta, servizi, spogliatoi, una piscina olimpionica scoperta denominata Centro di Specializzazione Alberto Castagnetti, gestita dalla Fin. Adiacente a questo c’è la parte del Lido, composto da quattro vasche di cui una olimpionica e tre ad uso ludico-balneare, palazzina spogliatoi, servizi, bar e un ampio parco estivo. Dal 28 marzo 2023 l’Agenzia del Demanio ha trasferito a titolo gratuito al Comune tutta la parte della Cinta Magistrale esterna tra Porta San Zeno e Porta Palio.

“Luogo di degrado”.

“Le piscine Lido – sottolinea l’assessora alla Sicurezza Stefania Zivelonghi – sono uno dei luoghi mappati da parte della polizia locale in un elenco di siti abbandonati che presentano criticità. Perché oggetto di occupazione o perché sono luoghi nei quali, durante gli interventi, vengono ritrovati persone od oggetti riconducibili ad attività di spaccio o altro. Come presentato alla Prefettura, ogni luogo mappato è classificato in base al rischio, e le piscine Lido sono a livello Alto, diventando oggetto di discussione in due tavoli del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza pubblica con l’urgenza di una messa in sicurezza stabile ed efficace. Tra le varie soluzioni, e anche in base alle indicazioni delle Forze dell’Ordine, è stato scelto l’abbattimento. Le caratteristiche del luogo, per ampiezza, numerosità di punti di accesso e collocazione riparata alla vista, le sigillature non rappresenterebbero una condizione stabile di messa in sicurezza.”

“Si tratta di un impianto del 1932 – spiega l’assessore al Patrimonio Michele Bertucco – che negli anni si è evoluto rispetto alla struttura originaria. Visti i problemi di sicurezza si è deciso per la demolizione, per un costo di 600mila euro. La demolizione verrà fatta nei prossimi mesi per evitare che diventi un luogo insicuro con tutta una serie di problematiche evidenziate dalle Forze dell’Ordine”.

“Soluzioni di riuso temporaneo”.

“La riflessione più preponderante fatta – spiega l’assessore all’Innovazione Jacopo Buffolo – è di non lasciare luoghi abbandonati e al degrado, mettendo in campo soluzioni di riuso temporaneo che permetterebbero di far vivere ancora di più questi due spazi, favorendo l’emersione delle attività da inserire da cittadini, associazioni, altri soggetti. Si tratta di una modalità di intervento sperimentale, così da poter testare i nuovi usi prima di prendere delle scelte definitive. Per realizzarlo, sara necessario attivare percorsi partecipativi e di coprogrammazione che coinvolgano dai diversi stakeholder ai singoli cittadini”.

“L’operazione sulle ex piscine Lido è complessa – spiega l’assessore alla Rigenerazione urbana Tommaso Ferrari – ma necessaria.  Crediamo che l’utilizzo temporaneo degli spazi possa essere un driver molto interessante per riattivare spazi in tempi rapidi e soprattutto con un approccio partecipativo. Le funzioni infatti vengono individuate insieme alla cittadinanza e co-programmate con essa, per essere effettivamente un test per le funzioni che verranno dopo. L’intenzione dell’Amministrazione è di redigere l’anno prossimo un Piano di gestione del Parco delle Mura all’interno del quale cominciare il dialogo con la cittadinanza sugli usi temporanei che poi saranno implementati in questo piano, cioè quali attività esprimere in quel comparto. All’interno di questo atto possono trovare sede in via sperimentale per promuovere la riapertura alla città attraverso gli usi temporanei, così come viene fatto in tante città italiane ed europee ed anche grazie alla nuova Riforma del Terzo Settore”.

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