“Non ci fu estorsione”, assolto in appello il cappellano del cimitero di Verona

Verona, assolto in appello il cappellano del cimitero.

Era stato condannato a 2 anni e 3 mesi, più multa da 300 euro, per tentata estorsione ai danni di una ditta di onoranze funebri: ma ora la Corte d’Appello di Venezia ha assolto, perché “il fatto non sussiste”, don Silvano Corsi, cappellano del cimitero di Verona.

La vicenda risale al 2013, quando don Silvano secondo l’accusa avrebbe richiesto a più riprese alla società di pompe funebri il versamento di 10 o 20 euro per la celebrazione di funerali o la benedizione delle ceneri o delle salme. Richieste che secondo la difesa, e anche secondo la Curia di Verona, sarebbero state giustificate dal desiderio di “indennizzare due diaconi provenienti da fuori Verona”, che in assenza di don Silvano benedivano le salme anticipando di tasca propria i soldi della benzina necessaria per arrivare in città.

L’impresa di pompe funebri denunciò il fatto al vescovo di Verona e alla Guardia di finanza. Da lì la prima condanna da parte del Gup di Verona, nel 2015, e ora, dopo il ricorso in appello, l’assoluzione da parte della Corte d’Appello di Venezia, sezione seconda penale, perchè “il fatto non sussiste”.

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