Morte Moussa Diarra, la Procura chiede l’archiviazione per il poliziotto. La famiglia del maliano: “Sconcertati”

La Procura della Repubblica di Verona chiede l’archiviazione per il poliziotto indagato per l’uccisione del giovane Moussa Diarra.

Archiviazione: è quello che ha chiesto la Procura della Repubblica di Verona per l’inchiesta a carico dell’assistente capo coordinatore della polizia di Stato, indagato per l’omicidio di Moussa Diarra, il giovane migrante maliano di 27 anni ucciso la mattina del 20 ottobre 2023 davanti alla stazione ferroviaria di Verona Porta Nuova.

Dopo oltre un anno di indagini, la Procura ritiene che il poliziotto della Polfer abbia agito per legittima difesa, reagendo a un’aggressione armata. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Diarra avrebbe impugnato un coltello da cucina con lama seghettata di 11 centimetri e si sarebbe scagliato contro l’agente da distanza ravvicinata, che a quel punto gli avrebbe sparato tre colpi, uno dei quali fatale, da una distanza di mezzo metro.

Nella richiesta di archiviazione si legge che la reazione dell’agente fu “senza alcun dubbio proporzionata all’offesa”, sia per “l’attualità del pericolo”, sia per “l’ingiustizia dell’offesa”. Gli accertamenti avrebbero inoltre escluso che il poliziotto si fosse “volontariamente posto in una situazione di pericolo”.

“Resta inalterato per noi – ha commentato il procuratore capo Raffaele Tito – il senso di dolore per la morte così drammatica di un giovane di 27 anni. Il perché egli abbia tenuto quel giorno un comportamento così aggressivo non è nemmeno oggi del tutto chiarito”, ha aggiunto. Con la richiesta di archiviazione, ora spetterà al giudice per le indagini preliminari decidere se accoglierla o disporre ulteriori approfondimenti.

La famiglia di Moussa: “Sconcertati”.

“Siamo sinceramente sconcertati dall’atteggiamento della Procura della Repubblica di Verona – fa sapere attraverso i propri legali la famiglia di Moussa Diarra – che, mentre richiede alla famiglia del povero Moussa Diarra, sparato a morte da un agente di polizia, 8 euro per poterli mettere a conoscenza delle motivazioni che hanno fondato la richiesta di archiviazione, ritiene di poterle compendiare in un comunicato stampa da fornire ai giornalisti”.

“Ancora una volta – prosegue la nota – la famiglia e gli affetti del morto, la dignità degli stessi e il necessario rispetto verso il loro bisogno di conoscere le cause e le condizioni della tragica morte di Moussa, oltreché i loro diritti di difesa, passano in secondo piano rispetto al l’esigenza di informare la stampa e la politica. Questa difesa ha correttamente rispettato l’ordine di secretazione degli atti imposto dal pm in fase di indagini, e anche per questo riteniamo fosse dovuto mettere prima a conoscenza le persone offese delle ragioni della procura, piuttosto che privilegiare l’opinione pubblica”.

Il comitato Verità e Giustizia per Moussa: “Come un quarto colpo”.

“Come se fosse un quarto colpo – è il commento del Comitato Verità e Giustizia per Moussa Diarra -. Così è giunta in un rimbalzare di fonti giornalistiche la notizia della richiesta di archiviazione nei confronti dell’assistente capo coordinatore della polizia di Stato accusato di omicidio colposo. Un anno di silenzio, tutto secretato e poi in un giorno la Procura fa i miracoli e propone, in tutta evidenza, l’archiviazione per chi ha ucciso Moussa Diarra. Incredibilmente i difensori della famiglia non hanno ancora nulla in mano. E questa fretta comunicativa appare senza rispetto né per Moussa né per la verità e la giustizia”.

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