Blitz delle forze dell’ordine negli stabili abbandonati, 6 stranieri espulsi

Irruzione interforze negli stabili abbandonati di Verona: sono 6 gli stranieri espulsi e 3 i destinatari di ordine di allontanamento del questore.

Sì al dialogo e al confronto, ma fermezza e rigore contro chi sbaglia e contro l’irregolarità: è il metodo intrapreso dal questore di Verona Roberto Massucci, come testimonia anche l‘irruzione interforze avvenuta giovedì in una serie di stabili abbandonati della città, che ha portato in un solo giorno a 6 cittadini stranieri espulsi e 3 allontanati, tutti di origine nordafricana.

L’operazione è partita intorno alle 7.30, quando quarantaquattro uomini della polizia di Stato, dell’arma dei carabinieri, della guardia di finanza e della polizia locale hanno fatto irruzione prima in Viale Piave, poi in Via Giovanni Verga, infine nei pressi della “ex piscina Castagnetti”: tredici le persone straniere trovate – tutte sprovviste di documenti – che occupavano abusivamente gli edifici; nove i soggetti che – dopo essere  stati accompagnati presso gli uffici delle forze dell’ordine in campo – sono stati messi a disposizione dell’ufficio immigrazione della Questura di Verona in quanto risultati irregolari sul territorio nazionale.

Di questi, 6 sono stati espulsi e ad altri 3 è stato notificato l’ordine di allontanarsi dal territorio nazionale entro il termine di sette giorni: tutti di origine nordafricana, di età compresa tra i 23 e i 39 anni e con precedenti per stupefacenti, reati contro il patrimonio, lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di armi od oggetti atti ad offendere.

“Quella delle espulsioni la via maestra dei prossimi mesi”.

L’intervento si inserisce all’interno di un progetto-sicurezza interforze avviato dalla Questura e finalizzato, da un lato, ad un’implementazione dei controlli in specifiche zone critiche della città –tesi ad individuare aree strategiche lasciate al degrado ed occupate abusivamente da stranieri irregolari – e dall’altro, volto a porre in essere azioni di miglioramento sociale attraverso la promozione di un dialogo conoscitivo e costruttivo con le comunità straniere e con tutte le fragilità sul territorio.

Quella delle espulsioni con invio ai centri di trattenimento per il rimpatrio (Cpr) sarà “la via maestra dei prossimi mesi. Non c’è dubbio, infatti, che, nei casi di persone inequivocabilmente dedite a delinquere, sia molto più efficace l’allontanamento dal territorio provinciale di un arresto che, in sede penale, può portare nella stragrande maggioranza dei casi a misure cautelari diverse dal carcere, ma non adeguare ad evitare il reiterarsi dei reati”.

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