Verona, la sala polifunzionale porta il nome di Bepi Garonzi

A Verona in seconda Circoscrizione la sala polifunzionale ora porta il nome dello scultore Giuseppe “Bepi” Garonzi.

A Verona in circoscrizione 2, la sala polifunzionale ora si chiama come lo scultore Giuseppe Garonzi, protagonista della storia artistica veronese. Il Bepi quindi riceve un omaggio da Quinzano, suo paese natale, che gli intitola la sala polifunzionale comunale.

L’artista, attivo fino all’età di 99 anni, contribuisce a mantenere viva la tradizione degli scalpellini. Le sue opere sono presenti in tutta Italia. Numerose le collaborazioni con noti architetti come Ettore Fagiuoli e Carlo Scarpa. Nel suo impegno post-pensionamento, Garonzi crea opere significative per Quinzano, inclusi sculture di San Alessandro e San Rocco, formelle per la Via Crucis e altro ancora. La sua epigrafe, “La vita… non è fortuna ma fede e lavoro”, riflette le sue profonde convinzioni.

L’assessore al Decentramento, Federico Benini, sottolinea che l’intitolazione è un segno di stima nei confronti di un veronese che ha portato il nome di Verona nel mondo. Un riconoscimento che mira a fare conoscere altri artisti meno noti della città. Una speranza di ispirare i giovani a comprendere il significato di trasformare la passione in professione.

La presidente della Circoscrizione 2, Elisa Dalle Pezze, evidenzia la collaborazione tra la circoscrizione e la Cooperativa fra Operai e Braccianti Onlus Pericoti, sottolineando il ruolo di Garonzi nel valorizzare la storia e le tradizioni di Quinzano. “Il suo contributo, oltre a preservare l’arte, rappresenta un legame con il complesso mondo degli scalpellini e dei cavatori di pietre, parte integrante delle ricostruzioni societarie ed economiche del passato”, conclude Dalle Pezze.

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