Bus troppo cari, in ritardo e sovraffollati: rivolta degli studenti di Verona

Verona, studenti contro i bus Atv.

Con l’inizio dell’anno scolastico e l’entrata in vigore del servizio invernale di Atv, per gli studenti di Verona che prendono il bus sono tornati, a loro avviso, i guai. Sarebbero infatti riemersi molti disagi per gli utenti, costretti ad usufruire di un trasporto definito “sovraffollato, quasi mai in orario e che spesso lascia a piedi gli abbonati, paganti un trasporto inefficiente”. Sono queste le parole usate dalla Rete degli studenti medi di Verona.

L’Atv motiva queste problematiche con la riapertura completa delle scuole dopo due anni di pandemia e la mancanza degli orari scaglionati. “Anche l’anno scorso e l’anno prima con orari scaglionati e un servizio potenziato avevamo gli stessi identici problemi, questi infatti non sono una novità ma una questione che si ripete annualmente – dichiara Enrico Todesco, della Rete degli studenti medi di Verona -. Per di più quest’anno sono venute a mancare le corse che erano state aggiunte in soccorso durante l’emergenza sanitaria, e ciò non permette a noi studenti, in modo ancora più sistematico degli altri anni, di raggiungere le scuole. Ne sono un esempio le linee 162, 163, 165 come anche la 410 o la 103, i problemi ci sono anche in linee urbane ma le situazioni più tragiche sono quelle dei residenti fuori comune, penso a Bussolengo, Valpolicella, Bure, Domegliara e Ponton”.

I disagi sarebbero inoltre accompagnati da abbonamenti poco economici, e anche sui bonus governativi a livello regionale non sono mancate lamentele e problematiche a causa dei pochi sportelli aperti che hanno permesso solo ad un centinaio di utenti di fare richiesta del bonus.

“Diritto allo studio e ritardo sistematico nell’entrare in aula non sono sinonimi. Necessitiamo di un trasporto pubblico capillare che tenga conto dello status di studente, vedendo quindi molto agevolato o del tutto gratuito l’abbonamento, disarticolando il sistema a tariffe che attualmente pregiudica a molti residenti fuori comune la possibilità di usufruire del servizio e costringe quindi a ripiegare su altre scuole, questo non garantisce la libertà di scelta, perciò occorre pensare al trasporto come ad un diritto sociale fondamentale, perché questo non deve esclusivamente permette il tragitto avanti e indietro casa e scuola, ma deve garantire la possibilità di essere un efficace mezzo di trasporto che permetta di vivere la comunità e di spostarsi senza l’utilizzo di altri mezzi ancor meno economici e sicuramente più dannosi dal punto di vista ambientale”, conclude Todesco.

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