“Aggredita per un parcheggio”: il racconto shock della modella

“Aggredita per un parcheggio”: il racconto shock della modella e influencer vicentina.

La nota modella curvy Elisa D’Ospina ha raccontato di aver vissuto un’esperienza traumatica a Verona: sarebbe stata aggredita per un parcheggio. Tutto è successo, dice, mentre si recava con il padre e il figlio a vedere il concerto de Il Volo all’Arena. L’episodio, avvenuto lunedì 13 maggio, è iniziato proprio a causa di un parcheggio.

Elisa racconta che tutto è cominciato quando è scesa dal marciapiede, non agibile per il passeggino del suo bambino. Un uomo, intenzionato a parcheggiare il suo scooter, si sarebbe infuriato per il ritardo causato da questa situazione. Nonostante ci fossero altri posti disponibili, l’uomo avrebbe insistito nel voler parcheggiare proprio lì, e il fatto di aver dovuto aspettare lo ha fatto andare su tutte le furie.

La situazione sarebbe degenerata al punto da richiedere l’intervento della polizia locale, che come dichiara Elisa, non sarebbe intervenuta.

Il rammarico dell’assessora.

La vicenda ha suscitato un’ondata di solidarietà sui social media, con molte persone che hanno espresso il loro sostegno a Elisa. Tra queste, l’assessora alla sicurezza Stefania Zivelonghi, che ha manifestato il suo dispiacere per il comportamento inaccettabile del concittadino.

La protesta della modella su Facebook.

“Ieri è accaduto un episodio molto spiacevole a Verona. Ero con la famiglia per andare al concerto de Il Volo e sono stata aggredita da un pazzo. La mia colpa? Essere scesa da un marciapiede inagibile con il passeggino e avergli fatto fare una manovra di parcheggio in 5 secondi al posto che 4. (senza calcolare che aveva 20 posti liberi dove parcheggiare il suo scooter)”.

Il signore che prende il nome di Daniele, proprietario di una pizzeria al taglio a Verona, ha iniziato a inveire usando epiteti allucinanti verso me e mio padre per una sciocchezza. Ha lasciato noi basiti e assieme a noi dei turisti che stavano passando increduli. La cosa più allucinante è stato chiamare i vigili per allarmarli della situazione fuori controllo .(dopo che il tizio addirittura si è avvicinato con fare minaccioso a mio padre augurandogli di essere preso sotto da una macchina). e sentirsi rispondere che non ci sono pattuglie e che se avessi voluto denunciarlo non c’era nessuno al momento e avrei dovuto aspettare questa mattina“.

Due turisti si erano anche prestati a testimoniare l’aggressione ma capite bene che non posso né fermarmi a Verona per una denuncia che andava fatta subito in quanto il soggetto è estremamente pericoloso, né pretendere che due persone estranee dedichino il loro tempo a distanza di tante ore. Si parla di denunce, di prevenzione e poi puntualmente non c’è mai una reale assistenza. Se avesse spintonato mio padre e fosse caduto con la testa visto che comunque le mani addosso gliele ha messe?”.

“Se fossi partita di brocca e gli avessi tirato io dietro il passeggino? Perché ricordo che tutto questo accadeva davanti agli occhi di un bambino di un anno.  La violenza va fermata già da questi episodi. I soggetti pericolosi si vedono nelle piccole cose. La violenza è violenza sempre e non è mai gratuita.  Gli auguro solo di trovare un bravo psicanalista prima di fare danni più seri. E comunque vergogna a tutti i protagonisti di questa vicenda che alimentano una società sempre più allo sbando.

Il post sul mancato intervento.

In questo tipo di casi denunciare è necessario ma i provvedimenti sono sempre lenti e non sempre arrivano. Senza contare che per un contesto del genere avere dei testimoni è fondamentale. Non è una mancanza di fiducia nelle istituzioni ma un constatare la realtà“.

Di denunce ogni anno ne faccio tante, investendo tanto del mio tempo nei vari commissariati. Avrei potuto pubblicare nome, cognome e indirizzo dell’attività dell’aggressore ma ometto anche questo per evitare odio su odio. Cerchiamo di migliorare questa società rafforzando il più possibile i controlli per evitare il peggio”. 

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