Centro Petra: da Gennaio aiutate 1.500 donne

Da Gennaio ad Ottobre, ovvero durante l’emergenza Covid, sono state circa 1500 le donne vittime che si sono rivolte a ‘Petra’, il Centro antiviolenza del Comune.

petraCentro350La maggior parte delle violenze si consuma tra le mura domestiche o scaturisce da legami affettivi conclusi o in corso; la vittima (di Verona e provincia), nel 70 per cento dei casi è italiana, coniugata (48 per cento), separata o divorziata (12 per cento), nubile (29 per cento). Nella maggioranza dei casi di tratta di donne che hanno una propria indipendenza economica, il 70 per cento sono madri. Solo il 39 per cento delle donne vittime denuncia la violenza subita.

 Sono solo alcuni dei dati raccolti dal Centro Petra dal 2004 (anno di avvio) ad oggi, e che raccontano come le richieste di aiuto e assistenza siano aumentate di anno in anno, in parallelo ai servizi offerti dal Centro per rispondere a tali necessità.

 Dall’ascolto telefonico all’accoglienza in sede, dalla consulenza legale a quella psicologica, dall’ospitalità temporanea per donne con o senza figli all’attività di prevenzione nelle scuole. Il Centro Petra si avvale di un’equipe di professionisti composta da assistenti sociali specialisti, psicologi psicoterapeuti, educatrici, operatrici socio sanitarie, avvocati e mediatrici culturali. Offre un servizio di ascolto pressochè quotidiano attraverso il numero verde dedicato, con segreteria telefonica h24; dal 2013 è attivo anche quello dedicato agli uomini che agiscono violenza e che, consapevolmente, chiedono aiuto per iniziare un percorso mirato al cambiamento. Collaborano con il Centro Petra anche la Casa di Petra e altre strutture che offrono alloggio temporaneo e protezione a donne maltrattate e ai loro bambini, con la possibilità di intraprendere percorsi di reinserimento sociale e lavorativo.

 ll ricco programma del 25 Novembre è stato modificato per rispettare le normative anti-Covid e per essere trasmesso unicamente sul web. Molti gli eventi che si sono già svolti a partire da novembre, altrettanti si susseguiranno nei prossimi giorni con incontri, convegni e spettacoli online.

 Il 25 Novembre, sui canali dell’Università di Verona verrà inaugurata la mostra ‘STOP/Campagna contro l’uso di un linguaggio violento e sessista’, mentre in tutte le farmacie verrà distribuito materiale informativo. Fino al 2 Dicembre, inoltre, su facebook  la mostra ‘Non chiamatelo raptus’, con i volti e le tracce della violenza. L’iniziativa è di A.N.T.E.A.S.

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