Verona in rivolta per il nuovo DPCM

Risse e lancio di bottiglie tra esponenti di estrema destra e forze dell’ordine, Piazza delle Erbe è stata testimone di scontri serrati per la protesta contro le restrizioni stabilite dal nuovo DPCM.

Un colpo di chiusura dopo l’altro, i cittadini hanno perso la pazienza ma soprattutto hanno perso la strada della mediazione e delle parole. Bottiglie, petardi e bulloni scagliati contro le forze dell’ordine sono stati un messaggio chiaro e diretto di dissenso contro le nuove disposizioni. L’occasione che ha acceso la miccia di questa rivolta è stata una manifestazione, inizialmente pacifica, a cui hanno partecipato componenti eterogenee formate da politici, commercianti e giovani. Questi ultimi hanno avuto parte attiva nelle violenze, dimostrazione che il fenomeno delle baby gang è fuori controllo. La limitazione degli orari di apertura dei ristoranti impedirà di accogliere i clienti che cercano svago con degustazioni di cibi e vini, così come per chi desidera tentare la fortuna, Voglia di Vincere Casinò Online rimane l’unica soluzione. La stretta del governo ha colpito anche le sale gioco.

DPCM del 24 ottobre: Sale gioco, bingo e casinò chiusi
Sale gioco, bingo e casinò chiusi fino al 24 Novembre per limitare luoghi di possibile contagio, questa l’ultima stretta del DPCM del 24 Ottobre. Verona aveva già limitato dal 2016 gli orari di apertura, stabiliti ad 8 ore, per arginare il fenomeno della ludopatia e sarà quindi ancora più difficile tentare la fortuna, che sembra ora più bendata che mai. Verona conta quasi 6000 slot machine, segnale d’una passione che coinvolge diversi cittadini, che si riverseranno su siti online per tentare la fortuna. La pandemia chiude al gioco per chi scommette, ma chiude anche per oltre 1100 dipendenti, tale infatti è il numero del personale coinvolto nel settore delle società e nelle sale gioco. Il pericolo è che il controllo su queste attività, esercitato tramite ordinanze e restrizioni emanate dallo stato, possa sfuggire lasciando campo aperto ai centri illegali, e portando ad un aumento incontrollato di debiti da gioco in un momento in cui la disperazione può spingere a cercare la soluzione in un colpo di fortuna.

Vinitaly: la fiera storica di Verona a rischio
Le fiere sono tra gli eventi vietati per infliggere una sferzata alla crescente curva della pandemia, questo vuol dire che, a oggi, la probabilità che debba saltare la più importante manifestazione di Verona dedicata ai vini, attesa da enologi ed appassionati, è altissima. La fiera internazionale ospita i più importanti esponenti del settore, valorizzando un prodotto tipicamente italiano e il patrimonio artistico d’una città che vanta il titolo di patrimonio mondiale dell’UNESCO. Gli organizzatori hanno già pianificato l’evento per Aprile 2021, ma diversi interrogativi si presentano. Il DPCM del 24 Ottobre, infatti, pone il divieto di svolgere fiere internazionali; un altro colpo all’Italia che sta combattendo una guerra sia sul tavolo della salute che dell’economia. La diffusione del virus può essere fermata solo privandolo di un mezzo per cui sopravvivere, infatti il virus muove se non ha possibilità di trasmettersi. Il prezzo da pagare è altissimo per l’economia di Verona e dell’Italia, ma come scegliere tra la salute di milioni di italiani e il loro benessere economico? La sfida è quasi impossibile.

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