Franciacorta: l’alternativa italiana allo champagne

Quando si parla di alternative allo champagne non è possibile non citare il Franciacorta. Oggigiorno, infatti, questo spumante italiano è al vertice delle bollicine made in Italy di alta qualità. È un vino particolarmente versatile in quanto è adatto sia per un aperitivo “impegnativo” sia per piatti di pesce o per piatti di carne non troppo elaborati.

Le tipologie di Franciacorta

Sul mercato esistono ben tre tipologie di questo spumante: il Franciacorta classico, quello Rosè e infine il Satèn. Tutte e tre i tipi di Franciacorta propongono anche la versione Millesimato e Riserva, le quali prevedono un affinamento di minimo 30 e 60 mesi. Tutte queste tipologie possono essere acquistate presso una buona enoteca oppure è possibile anche trovare vini Franciacorta prezzi vantaggiosi direttamente online.

La storia del Franciacorta

Secondo le ipotesi più accreditate, il vino Franciacorta ha avuto origine grazie alle congregazioni di monaci cluniacensi e cistercensi che si stabilirono nell’omonima regione dopo il loro arrivo da Cluny nel XI secolo. Questi monaci si dedicarono alla bonifica e alla successiva coltivazione di vasti appezzamenti di terra che amministravano. Grazie a ciò riuscirono a ottenere l’esenzione dal pagamento del dazio, e quindi le loro corti divennero “Francae Curtes” (libere dalle tasse). Da qui nacque il termine “Franzacurta”, che poi apparve per la prima volta negli annali del Comune di Brescia già dal 1277. La precisa denominazione “Franciacorta” comparve poi in un’importante pubblicazione del 1570, il “Libellus de vino mordaci” di Girolamo Conforti, nel quale era descritta la tecnica di produzione dei vini a fermentazione naturale in bottiglia. Conforti sottolineò l’ampia diffusione dei vini frizzanti in quel periodo, definendoli “mordaci”, cioè freschi e briosi. Evidenziò le differenze del vino frizzante con quelli acerbi e con quelli dolci: non seccavano il palato e non rendevano la lingua molle. Inoltre, specificò che i vini Franciacorta diventavano più frizzanti durante l’inverno. La formazione delle bollicine dipendeva, quindi, dalla fermentazione (o meglio l’ebollizione) del mosto. Nel 1809, venne documentata nel catasto napoleonico una realtà di più di mille ettari di terreni specializzati nella produzione di vini “mordaci”, e negli anni successivi le produzioni aumentarono in maniera costante, superando le esigenze della popolazione e dando vita alle prime attività commerciali nel settore. Negli anni ’60 del 1900, poi, l’enologo Franco Ziliani diede vita alla prima annata di “Pinot di Franciacorta”, sperimentando la tecnica della seconda fermentazione in bottiglia e sancendo il passaggio dalla produzione amatoriale a quella professionale del Franciacorta. Ziliani non solo contribuì a definire uno standard qualitativo del vino, ma stimolò anche l’interesse di molteplici produttori della regione, e non solo.

Abbinamenti gastronomici

Dopo aver citato la storia e le caratteristiche del Franciacorta è doveroso capire come abbinarlo al cibo. Nelle versioni Pas Dosé e Brut è perfetto per un aperitivo ricercato, ad esempio a base di salumi particolari come il culatello o il crudo San Daniele, accompagnati magari anche da ottimi formaggi cremosi. In realtà le sue caratteristiche strutturali ed aromatiche lo rendono perfetto anche per accompagnare un intero menù a base di aragoste, capesante, pesce spada, salmone o e altri pesci ancora. Per quanto concerne la carne, invece, è consigliabile abbinarlo a carne bianca, mentre è sconsigliabile l’abbinamento con carni rosse o comunque troppo elaborate.

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