Un progetto per aiutare l’export veronese e veneto nel mondo

La regione sostiene gli imprenditori: grazie a Living in the land of Venice l’export veronese ha la strada spianata verso i mercati esteri.

Confini sempre più aperti per l’export veronese e veneto, grazie al nuovo progetto “Living in the land of Venice” – appena presentato alla Borsa internazionale del turismo di Milano – che punta a creare una rete di promozione del turismo e delle eccellenze del territorio. L’opportunità di tentare l’approdo facilitato all’estero sarà garantita da un contributo regionale che alleggerisce gli investimenti degli imprenditori veneti fino al 70%.

La parola chiave del progetto è proprio la promozione incrociata, per la creazione di un prodotto unificato da lanciare sia in mercati ben consolidati per la regione, come la Germania e la Svizzera, che in terre meno battute, tra cui il Canada (in cui sono già molto presenti il Prosecco e il made in Italy in genere) e l‘Australia, dove i rapporti saranno avviati a settembre, nella seconda fase del progetto.

Dopo i primi successi già riscontrati nel settore del vino, i prossimi passi concreti potrebbero riguardare il food. Per ora i principali mercati di riferimento per il Veneto sono Germania, seguita da Francia e Usa. Ma dei 70,8 miliardi di esportazioni di prodotti made in Veneto nel 2022, 2,5 miliardi di euro provengono dalle vendite in Svizzera e 733 milioni di euro da quelle in Canada.

Verona nel mondo: tra vino, olio e moda.

Partito un paio di anni fa con la realizzazione di una piattaforma web comune, il progetto Living in the land of Venice conta già 19 realtà aggregate in un’associazione temporanea di imprese, a cui partecipano anche aziende agricole, vitivinicole, manifatturiere, alberghi e consorzi di promozione turistica del lago di Garda, oltre ad alcune Camere di commercio italiane presenti nei Paesi esteri finora coinvolti. Capofila dell’Ati è EffettoNIDo, realtà di Dolcè con competenze nella sostenibilità ambientale.

Gli esempi già andati a buon fine non mancano. L’olio di Fontanara, prodotto a San Martino Buon Albergo, è sulle tavole canadesi grazie all’interessamento di un’importatrice di prodotti di nicchia. “I risultati del progetto arrivano in modo graduale, ma abbiamo già individuato un primo sbocco e confidiamo di intercettare ulteriori buyer”, dichiara Marco Bellini, responsabile commerciale di Fontanara.

“In Canada siamo già presenti con i nostri vini, ma tramite il progetto abbiamo l’opportunità di farci conoscere in maniera più approfondita da parte dei ristoratori, e di promuovere il nostro territorio offrendo tour in cantina”, dice Nicole Mastellari della Cantina del Castello di Soave.

“La nostra moda è fatta di minimalismo, sostenibilità e innovazione”, evidenzia Vivilla Zampini di Es’ Givien, brand di abbigliamento fondato a Verona da tre sorelle. “Pur avendo già approcciato diversi mercati esteri, la possibilità di presentarsi come rete di valore “Glocal” può offrire a ogni attore nuove possibilità da percorrere e co-creare”.

I dati.

Negli ultimi quattro anni, il Veneto ha esportato in Svizzera 5 volte il valore delle importazioni. A fronte di una media di importazioni per circa 550 milioni di euro, si registrano infatti esportazioni di oltre i 2,5 miliardi. Le proiezioni del 2022 sono in linea, e per il settore agroalimentare è previsto l’export record di circa 150 milioni di euro.

Il Canada è il quinto mercato di destinazione del vino italiano. Nel 2022 il fatturato dei vini veneti fermi in Quebec ha superato i 200 milioni di dollari canadesi; a questi, vanno aggiunti i quasi 30 milioni di dollari del Prosecco DOC che negli ultimi cinque anni, in tutto il Canada, ha registrato un vero e proprio exploit. Per il food, l’Italia ha posizioni di leadership in molti comparti per i quali anche i prodotti veneti hanno chance di posizionamento e di crescita. Tra il 2021 e il 2022, l’import dall’Italia della categoria dei prodotti dolciari è cresciuto di quasi il 15%, i prodotti da forno del 14%, i formaggi di oltre il 18%; il riso di quasi il 20%.

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