Decreto Trasparenza: Casartigiani Verona chiede il rinvio delle nuove norme

L’opposizione di Casartigiani: “Nuovi inutili obblighi a carico del datore di lavoro che penalizzano ancora una volta chi fa impresa”.

No ad ulteriori adempimenti e complicazioni burocratiche in pieno agosto sulle spalle delle aziende. È questa la richiesta di Casartigiani Verona, che sollecita il Ministero del lavoro a rinviare l’entrata in vigore– prevista per il 13 agosto- delle nuove norme previste dal Decreto trasparenza.

Oltre a un termine più ampio per adeguarsi al decreto e a maggiori indicazioni sugli aspetti operativi della nuova disciplina, Casartigiani Verona chiede al Ministero di “ridurre l’impatto dei nuovi oneri a carico delle piccole imprese, dando la possibilità di rinviare al contratto collettivo il reperimento delle informazioni riguardanti gli aspetti del rapporto di lavoro che sono regolati proprio dalla contrattazione collettiva“.

Le imprese richiedono “un intervento rapido e coerente”.

“Questo provvedimento introduce nuovi pesanti obblighi a carico del datore di lavoro“, afferma Luca Luppi, presidente di Casartigiani Verona“, aumentando il peso, già insostenibile, degli adempimenti burocratici. Più che un passo avanti nel processo di semplificazione ne sono stati fatti due indietro, introducendo anche una serie di complicazione burocratiche non richieste dalla Ue”.

“Ancora una volta constatiamo una grande distanza tra chi governa e le esigenze delle imprese“; spiega Andrea Prando, segretario regionale di Casartigiani Veneto, è impensabile che questa mole di adempimenti burocratici ricada sulle aziende e ci aspettiamo quindi un intervento rapido e coerente agli impegni presi dall’esecutivo”.

“L’artigianato italiano e veneto vivono in un microclima delicato e unico e questi scossoni, come gli appesantimenti burocratici e fiscali, hanno già prodotto danni importanti, non solo nei numeri, ma anche nelle tipologie di aziende, con il settore della manifattura che è praticamente stato decapitato“, conclude Prando. “La ripartenza economica non può che reggersi sulla buona salute delle imprese e sulla resilienza di chi ci lavora dentro, ma troppo spesso ce ne dimentichiamo”.

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