“Visite specialistiche: a Verona il 64% degli arretrati di tutto il Veneto”

La denuncia dello Spi Cgil: visite specialistiche, Verona maglia nera del Veneto.

A lanciare l’allarme è il sindacato Spi Cgil di Verona; per quel che riguarda le visite specialistiche, la nostra provincia avrebbe il poco invidiabile primato degli arretrati da smaltire. “I dati ufficializzati dall’ultima delibera di giunta regionale confermano purtroppo la gravità della situazione delle prestazioni sanitarie arretrate nell’Ulss 9 – recita una nota firmata da Adriano Filice, Segretario provinciale Spi Cgil Verona -. Una situazione che da tempo come sindacato dei pensionati denunciamo anche sulla base delle segnalazioni dei nostri iscritti”.

“Per quanto riguarda le visite specialistiche, infatti, la nostra azienda sanitaria al 30 aprile 2021 ha accumulato, a seguito della pandemia, un arretrato di ben 208 mila prestazioni specialistiche, pari al 64% circa delle visite arretrate dell’intera regione Veneto che complessivamente ammontano a 325 mila circa – continua Filice -. Il pregresso veronese risulta così suddiviso: 28.858 prime visite; 32.964 “successivi accessi” (in genere per gli adempimenti diagnostico-terapeutici necessari) e ben 146.362 “altre prestazioni”, una espressione che indica le “prestazioni strumentali con i limiti di utilizzo delle tecnologie necessarie”.

Va un po’ meglio per quanto riguarda i ricoveri: l’Ulss 9 ha un arretrato di 1.963 ricoveri ordinari e 1.163 ricoveri in day hospital, a cui bisogna aggiungerne almeno altrettanti da parte dell’Azienda ospedaliera (1.980 ricoveri ordinari e 1.479 day hospital). Il totale regionale in questo caso è di 31.180 ricoveri ordinari e 19.071 ricoveri in day hospital. Molto alto anche il numero degli screening oncologici da recuperare: dalla pandemia l’Ulss scaligera si porta dietro 30.027 screening colorettali, 10.205 mammografie e 9.235 screening cervicali.

“il tema del recupero delle prestazioni sanitarie rinviate – conclude Filice – si trascina ormai da tanti, troppi, mesi. Chi paga il prezzo più alto di questo ritardo sono le persone più fragili , le anziane e gli anziani, chi non ha possibilità di accedere al privato. Vogliamo sperare di essere arrivati finalmente ad una svolta e che l’Ulss 9 abbia richiesto ed ottenuto tutte le risorse e il personale necessari per far fronte a questa che abbiamo già definito una emergenza nell’emergenza”.

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