Spaccata al chiosco dell’Arsenale, per il 28enne arrestato decreto di espulsione

Verona, il 28enne arrestato per la spaccata al chiosco dell’Arsenale raggiunto da decreto di espulsione e inviato al centro per il rimpatrio.

Era stato arrestato all’alba di mercoledì dalla polizia quando gli agenti delle Volanti – intervenuti a seguito di una segnalazione di tentato furto in piazza Arsenale – lo avevano intercettato mentre fuggiva lungo il ponte di Castelvecchio. Non appena si era visto sbarrare la strada dai poliziotti, nel tentativo di divincolarsi, aveva tentato di forzare il blocco spintonando uno di loro.

Gli agenti, tuttavia, sono riusciti a fermarlo e, seppur con difficoltà, a metterlo in sicurezza all’interno del mezzo di servizio: durante il tragitto verso la Questura, il giovane ha incominciato ad inveire contro i poliziotti minacciandoli, sferrando al contempo calci, testate e pugni contro il finestrino e nell’abitacolo. Anche una volta giunto in Lungadige Galtarossa, nonostante i ripetuti tentativi degli agenti di riportarlo alla calma, ha persistito nel suo atteggiamento violento ed aggressivo, cercando di sottrarsi anche alla procedura di identificazione.

L’uomo – un ventottenne di origini tunisine, irregolare sul territorio nazionale – è finito in manette con l’accusa di tentato furto aggravato in concorso, danneggiamento aggravato, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale. Ieri mattina, all’esito del rito direttissimo, il giudice ha convalidato l’arresto condannandolo a dieci mesi di reclusione e disponendo al contempo la sospensione della pena.

Il decreto di espulsione.

Nei suoi confronti il Questore – una volta proposto e ottenuto il decreto prefettizio di espulsione dal territorio nazionale – ha ordinato il trattenimento presso il CPR di Gradisca, dove il ventottenne tunisino resterà in attesa di convalida del provvedimento dal Giudice di Pace. È il settantanovesimo provvedimento di espulsione emesso dall’inizio dell’anno, il quindicesimo con ordine del Questore di trattenimento al CPR.

Infatti, in assenza della cosiddetta “identità certa” –  è cioè del possesso di un documento di riconoscimento valido ai fini dell’espatrio o dell’ottenimento del lasciapassare dal Consolato – che è condizione imprescindibile per assicurare un’espulsione con accompagnamento alla frontiera – l’unica alternativa, in attesa del rimpatrio nel Paese d’origine, è quella del trattenimento ai CPR.

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