Veneto tra le cinque regioni dove il contagio cresce di più, torna l’incubo zona gialla

C’è anche il Veneto tra le cinque regioni dove il contagio torna a crescere.

C’è anche il Veneto tra le cinque regioni che, numeri alla mano, secondo l’ultimo monitoraggio dell’Istituto superiore di sanità, rischiano di tornare in zona gialla, se le cose continuassero ad andare così. Le cinque regioni sotto stretta osservazione sono Veneto, che registra 15,6 contagi ogni 100mila abitanti, e poi Sicilia (la peggiore, con 22,7 contagi ogni 100mila abitanti), Campania (20,2), Abruzzo (16,6) e Marche (15,2).

Ad oggi la regola prevede che si passi in zona gialla se si superano i 50 contagi per 100mila abitanti. Ma i presidenti di Regione spingono per rivedere i parametri, dando la precedenza non al numero totale dei contagi ma alle ospedalizzazioni. E quindi alla percentuale di occupazione dei reparti, sia in area non critica che in terapia intensiva.

Quel che è certo è che l’incidenza, complice la famigerata variante delta, aumenta in 19 Regioni, cioè quasi tutte (salve solo Valle d’Aosta e Provincia di Trento), e che in alcune la crescita è superiore al 50%. E il Veneto, così come la provincia di Verona in particolare, restano osservati speciali. Lo stesso governatore Luca Zaia ha ammesso di essere preoccupato anche a causa dei festeggiamenti dopo la vittoria azzurra agli europei di calcio.

“Ora abbiamo un sacco di contagi asintomatici – ha aggiunto Zaia -, che è un dato positivo, e non stiamo ricoverando persone vaccinate, però dico ai giovani che sono quelli che in questa quarta ondata rischiano di infettarsi di più di fare attenzione”. Rischio di zona gialla? “Non possiamo pensare di tornare a chiuderci in casa, bisogna uscire di casa, e indossare la mascherina quando serve”.

“E’ però innegabile che lo scenario è cambiato di nuovo – ha aggiunto Zaia, tornato alla conferenza stampa dalla sede della Protezione civile di Marghera -. Ma serve prudenza. Arriveremo al 70 per cento della variante delta sui positivi. Le proiezioni sui tassi di ospedalizzazione sono più basse rispetto al passato. Ma sui vaccinati non abbiamo quasi traccia di reinfezioni. La media dei contagiati oggi è prevalente nella fascia di età 15-24 anni”.

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