Canone Rai anche su tablet e smartphone, l’ipotesi che fa discutere anche a Verona

L’ipotesi del canone Rai per tablet e smartphone.

L’ipotesi è stata avanzata nei giorni scorsi da Carlo Fuortes, amministratore delegato Rai: introdurre il canone Rai su tutti i dispositivi che si connettono ad Internet. Una notizia che ha già iniziato a fare il giro del web e ad alimentare le controversie anche a Verona. L’idea avanzata segue una linea di ragionamento molto precisa: chi ha un tablet o uno smartphone può guardare sull’applicazione gratuita RayPlay i programmi della Rai, che sono gli stessi di coloro che li guardano alla televisione pagando il canone. Il canone per i dispositivi che si possono collegare ad Internet non sarebbe altro che una lotta contro l’evasione.

La prospettiva.

Se l’ipotesi dovesse andare in porto, la situazione sarebbe abbastanza complessa da gestire. Prima cosa, infatti, cambierebbero gli esoneri dal pagamento del canone: resteranno solo il limite di età, di 75 anni, e quello del reddito, non più di 8.000 euro. Il pagamento della tassa Rai si baserebbe poi sulla presenza di almeno un cellulare per ogni nucleo familiare. Ad oggi infatti si paga una determinata cifra anche se si posseggono due o tre televisori, stessa cosa accadrebbe ad esempio con gli smartphone: si paga sempre una cifra specifica, indipendentemente dal numero presenti in casa. Altro elemento che la Rai dovrà prendere in considerazione è la trasmissione in streaming di tutti i programmi e non solo alcuni, come sta succedendo adesso.

I nodi da sciogliere.

Quello che non è stato preso in considerazione, sono i diversi limiti e difficoltà della sua ipotesi. Uno dei principali problemi è assicurare la banda larga in tutta Italia. Perché se una persona decidesse di non avere la tv e guardare tutti i programmi in streaming sul proprio tablet, per il quale paga il canone, deve avere una buona connessione internet.

Un’altra incognita è relativa al possesso di un cellulare. La domanda infatti è se davvero chi possiede anche un solo smartphone dovrà per forza pagare un canone per un servizio che magari non usa. In questo modo si ridurrebbe ancora di più il numero di persone che pagherebbero il canone, in quanto molti utilizzano il cellulare solo per mandare sms, effettuare o ricevere chiamate, non per navigare su internet.

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