La Giulietta di Pietro Roi in esposizione permanete nella casa di Giulietta

La Giulietta di Pietro Roi è  in mostra alla Casa di Giulietta.

giuliettaRoi350I Musei Civici accolgono così una nuova importante donazione, grazie alla generosità dell’imprenditore veronese Giuseppe Manni, già presidente degli Amici dei Musei Civici. Il quadro della giovane eroina shakespeariana entra a far parte delle collezioni civiche e resterà esposta permanentemente nella Casa diventando parte di un più ampio progetto di rinnovamento, che terrà conto della sistemazione museologica di Antonio Avena e della tradizione del mito shakespeariano.

  La Giulietta di Pietro Roi è stata acquistata da Giuseppe Manni alcuni mesi fa a un’asta con il preciso intento di donarla alla città di Verona per la Casa di Giulietta. L’opera, realizzata con tecnica pastello su cartoncino di formato ovale, misura 44×59 centimetri.

 Pietro Roi – (Sandrigo,Vicenza 1819 – Venezia 1896). La precoce vocazione artistica trovò sostegno e incoraggiamento presso la famiglia dei conti Franco, che lo ospitarono a Vicenza. Nel 1837, grazie a una sottoscrizione cittadina, entrò all’Accademia di Belle Arti di Venezia, venendo in contatto con P. Selvatico e con i pittori M. Grigoletti, O. Politi e L. Lipparini. Si dedicò alla copia dei maestri veneti del Rinascimento e completò l’alunnato con il classicheggiante Ritorno di Tobia del 1840. Tornato a Vicenza quell’anno, vi eseguì raffinati ritratti, come quelli della sua mecenate Lucia Muttoni Franco e del Conte Ottaviano da Porto (coll. privata). A Roma, dal 1843, frequentò il nazareno F. Overbeck e i puristi T. Minardi, N. Consoni e P. Tenerani, orientandosi verso il recupero figurativo dei primitivi, tanto che una sua ammirata Deposizione (forse da identificare con quella della parrocchiale di Sandrigo) fu scambiata per l’opera di un quattrocentista. Nel 1848 partecipò come volontario alla I guerra d’Indipendenza, un’esperienza per lui fondamentale. Del suo ardente patriottismo, oltre al commosso ritratto postumo dell’amico Camillo Franco (1850 ca., coll. privata), sono testimonianza i dipinti di storia italiana, letta in chiave risorgimentale, come Manfredi riconosciuto dai suoi familiari dinanzi a Carlo d’Angiò (1855-1895, Sandrigo, municipio), elaborato per quarant’anni e ricco di colti rimandi alla pittura veneta. Si stabilì definitivamente a Venezia nel 1869, dopo soggiorni a Roma e a Vicenza e lunghe permanenze in Francia e in Germania. Oltre ai quadri di storia, alle composizioni allegoriche (Italia e Francia amiche, esposto a Parigi nel 1867) e letterarie (Giulietta e Romeo, 1880 ca., Vicenza, Museo Civico) continuò la sua produzione ritrattistica.

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